40 anni fa moriva Maria Callas, il mito che diede voce e corpo alla Medea di Pasolini
Il 16 settembre del 1977 muore Maria Callas. Una morte che ha lasciato, tanto quanto la sua vita, un segno indelebile nella storia della musica, e non solo. In vent'anni di successi la sua voce divina ha riempito i palcoscenici di tutto il mondo, e la sua popolarità ha oltrepassato i teatri per finire molto spesso sulle pagine dei rotocalchi dell’epoca: dall'amore tormentato per Onassis all'intesa artistica e personale con Pier Paolo Pasolini, Maria Callas rappresenta ancora oggi, a quarant'anni dalla sua scomparsa, uno dei personaggi più affascinanti della storia dello spettacolo.
Dagli anni Sessanta ad oggi sono state scritte circa 40 biografie della donna, e altrettanto numerosi sono gli studi sulla sua unica ed inimitabile vocalità. Il suo timbro inconfondibile ha dato nuova vita alle donne di Donizetti, Verdi e Puccini, e la straordinaria intensità drammatica del suo canto ha impresso nuova e inimitabile forza a personaggi come Norma e Lucia Ashton tanto da guadagnarle l’appellativo di “divina”. Di lei si diceva che avesse “tre voci”: un’estensione vocale unica, che il 19 gennaio del 1949 decreta il suo primo successo assoluto ne "I puritani" di Bellini al Gran Teatro La Fenice di Venezia.
Tutte le donne di Maria Callas
Da allora, la sua carriera sembra inarrestabile: nel 1951 inaugura la stagione lirica della Scala nel ruolo della Duchessa Elena ne "I vespri siciliani" di Verdi, continuando a dare voce e volto a Costanza ne "Il ratto del serraglio" di Mozart, a Lady Macbeth, Gioconda, Leonora, Lucia di Lammermoor e Violetta ne "La Traviata". In pochissimi anni la Callas riporta sul palcoscenico tantissime figure femminili che fino ad allora erano rimaste nell'ombra, a causa dell’inadeguatezza di molte interpreti dell’epoca. Donne forti, profondamente passionali e risolute come, fuori dai teatri, era Maria Callas.
Una passionalità che, negli anni, la consuma, ma allo stesso tempo fa toccare alla sua arte vette mai raggiunte. Dopo l’incontro e il successivo abbandono da parte del ricco Aristotele Onassis, nel 1968 la forza e il vigore che la caratterizzano si affievoliscono, ma non l’intensità con la quale la Callas aveva sempre interpretato i suoi ruoli.
Medea: l’ultimo vero personaggio della Callas
Fu proprio l’anno successivo all'abbandono dell’armatore greco che Maria Callas sceglie di interpretare uno dei personaggi più complessi e sconvolgenti della sua carriera, e questa volta, non sul palcoscenico. Nel 1969 Maria interpreta Medea per Pier Paolo Pasolini.
Accompagnato dalle numerose voci su una presunta storia d’amore fra lei e il regista, il film traduce in modo sublime il mito di Euripide anche grazie alla sua interpretazione: la sua Medea è una donna lacerata, distrutta dal suo passato e angosciata dal suo presente, ma sempre e in ogni momento poeticamente lirica, proprio com'era stata Maria Callas.