In questi giorni a Parigi si decide il futuro del pianeta: i leader dei paesi del mondo stanno cercando un accordo sulla riduzione delle emissioni di CO2 per porre un argine ai cambiamenti climatici che stanno creando gravi problemi alla natura, alle persone e agli animali, e che entro la fine del secolo diventeranno sempre più devastanti. Il 2015 è stato un anno importantissimo per il riscaldamento globale: per la prima volta nella storia sembra davvero che le cose possano cambiare. Ci sono consapevolezza, volontà e le tecnologie per dismettere i combustibili fossili.
Leader mondiali che si impegnano, marce partecipatissime in tutto il mondo, appelli di scrittori, musicisti, cantanti e perfino gli amministratori delegati di alcune delle più importanti aziende al mondo a supporto della causa per ridurre le emissioni. Mentre già tante metropoli e alcuni stati annunciano di poter raggiungere le “emissioni zero” da qui pochi anni. Le ultime settimane di questo 2015 sono state importantissime nel riconoscimento del problema "riscaldamento globale". Ma tutto questo non basta, e anche se a Parigi si riuscisse a raggiungere un accordo per mantenere il riscaldamento del pianeta entro i 2 gradi centigradi, non sarebbe abbastanza. È un inizio, però. E in futuro il 2015 potrebbe venire ricordato come l'anno in cui il mondo ha riconosciuto una volta per tutte il problema "riscaldamento globale". Vediamo tutti i fatti che ci hanno portato alla Conferenza del Clima di Parigi.
- Il 3 dicembre il direttore delle politiche per i cambiamenti climatici dell'Uruguay, Ramón Méndez, ha annunciato che il paese ora ricava quasi il 95% del proprio fabbisogno energetico dalle energie rinnovabili. Un cambiamento avvenuto nell'arco di 10 anni e senza sussidi dello stato. "Le energie rinnovabili sono un business", ha detto Méndez, "I costi di mantenimento sono molto bassi, per questo gli investitori arrivano se si dà loro un quadro di sicurezza".
- Il 30 novembre il primo ministro indiano Narendra Modi, ha annunciato la creazione di una alleanza fra 120 diverse nazioni per l'energia solare. Tra queste ha aderito la Francia. Si punta a raccogliere 400 milioni di dollari per la ricerca sulle tecnologie.
- Il 30 novembre gli imprenditori e filantropi Bill Gates (fondatore di Microsoft) e Marc Zuckerberg (Facebook) hanno annunciato la nascita della "Breakthrough Energy Coalition", un gruppo di investimento che mira a raccogliere e veicolare fondi importanti per l'innovazione tecnologica in campo di energie rinnovabili. L'iniziativa coinvolge anche Jeff Bezos di Amazon e Richard Branson di Virgin.
- Il 27 novembre i musicisti Björk, David Bowie assieme a un gruppo di attori, scrittori ed artisti famosi in tutto il mondo, hanno scritto una lettera al ministro degli esteri francese e al responsabile sul clima delle Nazioni Unite, per sostenere l’adozione di un accordo sulle emissioni. La lettera include anche celebrità del calibro di Emma Thompson, Damon Albarn, Radiohead e Iggy Pop.
- Il 26 novembre, durante la sua visita in Africa, Papa Francesco, in riferimento alla Conferenza del Clima di Parigi, ha affermato che: “I leader mondiali devono raggiungere un accordo storico per combattere i cambiamenti climatici e la miseria, e prendere una decisione tra la distruzione o la protezione dell’ambiente”.
- Il 23 novembre oltre 2.000 accademici di oltre 80 paesi, capitanati dal noto linguista e saggista americano Noam Chomsky, hanno pubblicato una lettera ai leader mondiali per caldeggiare la risoluzione di un accordo a Parigi per la riduzione di emissioni nocive.
- Il 23 novembre il candidato sindaco di Londra per il partito Labour (il partito di sinistra parlamentare inglese), Sadiq Khan, ha annunciato che se verrà eletto alle vicine lezioni del maggio 2016, porterà la città a rifornirsi totalmente da energia pulita entro il 2050. Nei giorni precedenti i sindaci del Labour di altre importanti città del Regno Unito – Edimburgo, Manchester, Newcastle, Liverpool, Leeds, Nottingham e Glasgow – avevano annunciato la medesima decisione.
- Il 23 novembre la regione canadese dell’Alberta ha annunciato di voler introdurre una tassa sulle emissioni di carbonio nel 2017. L’Alberta, che ha una superficice grande circa il doppio dell’Italia, nonostante sia quasi disabitata, è da tempo nella lista nera delle zone del mondo che inquinano di più, a causa dell’estrazione di petrolio dai giacimenti di sabbie di bitume.
- Il 22 novembre in Australia il ministro dell’ambiente Greg Hunt ha annunciato al quotidiano The Australian che il paese avrebbe già raggiunto l’obiettivo di ridurre del 5% (rispetto al 2000) le proprie emissioni entro il 2020. In realtà in Australia le emissioni nel 2020, secondo le stime, saranno cresciute del 4% rispetto al dato del 2000 e del 6% rispetto al dato odierno. Il dato falsato sarebbe dovuto, stando a quanto riporta The Guardian, a un cavillo del protocollo di Kyoto del 2005, in cui al paese australe fu concesso di poter portare le proprie emissioni ad un aumento superiore a tutti i paesi industrializzati: l’8%.
- Il 20 novembre la scrittrice ed attivista canadese Naomi Klein, in primo piano sulla battaglia contro il riscaldamento globale, ha criticato duramente il governo francese per avere cancellato la marcia e le manifestazioni di piazza che si sarebbero dovute tenere a Parigi in occasione della Conferenza del Clima il 30 novembre. La decisione è stata presa per via delle misure anti terrorismo seguite agli attentati parigini del 13 novembre, che hanno causato 130 morti. “Le persone che affrontano i peggiori effetti dei cambiamenti climatici non hanno virtualmente voce nel dibattito occidentale”, ha denunciato Klein.
- Il 18 novembre i paesi dell’OCSE – tra cui USA e Giappone – hanno firmato un’intesa per ridurre il finanziamento di esportazioni per costruire impianti di estrazioni del carbone oltreoceano.
- Il 18 novembre il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha affermato in merito alla conferenza del Clima di Parigi: “Sono ottimista che riusciremo a a raggiungere un accordo di cui saremo fieri, perché sappiamo cosa c’è in ballo”. Sul sito della Casa Bianca è stato pubblicato il “Piano del Presidente Obama per combattere i cambiamenti climatici”, dove si illustra punto per punto l’azione di governo. Ma al Congresso USA il partito di opposizione dei Repubblicani vuole indebolire la posizione del presidente alla vigilia de summit di Parigi, cercando di bloccare i finanziamenti federali alle azioni sul clima, e boicottando l’introduzione di nuove regole per l’Agenzia di Protezione Ambientale americana in merito alla riduzione delle emissioni di gas CO2.
- Il 12 novembre i membri del “B Team” – businessman e amministratori delle più importanti aziende multinazionali al mondo tra cui l’indiano Ratan Tata, Paul Polman di Unilever e Richard Branson di Virgin – hanno scritto una lettera di impegno ai leader mondiali per la riduzione delle emissioni di gas CO2 entro il 2050.
- L’11 novembre il Segretario di Stato americano John Kerry ha affermato che il conflitto in Siria – e la conseguente espansione dell’Isis nel territorio – è stato dovuto anche a una fortissima siccità, a sua volta dovuta agli effetti del riscaldamento globale, che ha causato la migrazione di oltre un milione e mezzo di siriani dalle campagne alle città. Affermazioni simili sono state fatte anche il 23 novembre da un ambientalista d’eccezione: il Principe Carlo d’Inghilterra.
- Il 10 novembre l’Arabia Saudita ha presentato la sua offerta per una riduzione delle emissioni di gas nell’atmosfera all’ONU, ultima fra tutti i paesi del G20. Il paese saudita, il più grande produttore di petrolio al mondo – da cui produce il 90% del suo PIL – sostiene di poter ridurre le emissioni a 130mt l’anno entro il 2030. La proposta, però, oltre a essere insufficiente, sembra anche poco chiara.
- Il 5 novembre l’economista francese Thomas Piketty, autore di saggi sulle diseguaglianze sociali del capitalismo, ha affermato che i viaggi in aereo, responsabili di forti emissioni nocive all’ambiente, dovrebbero essere tassati a protezione delle popolazioni colpite da inondazioni, siccità e alzamento del livello del mare – e cioè da tutti gli effetti negativi dovuti al riscaldamento globale.
- Il 26 ottobre nella città di Ouarzazate in Marocco sono iniziati i lavori per la costruzione di quattro impianti per la produzione di energia solare. Questi impianti, assieme a quelli eolici e idroelettrici, puntano a provvedere al 50% del fabbisogno energetico del Marocco entro il 2020. Una volta completato l’impianto sarà il più grande al mondo del suo genere.
- Il 14 ottobre due separate inchieste giornalistiche – la prima condotta da giornalisti Premio Pulitzer del sito “Inside Climate News” e la seconda condotta da un gruppo di giornalisti del Los Angeles Times affiancati da studenti della prestigiosa Columbia University – hanno riportato come la compagnia petrolifera Exxon avesse evidenze del fenomeno del riscaldamento globale già dal 1978 (e lo avrebbe tenuto nascosto alle autorità e all’opinione pubblica). Gli scienziati della compagnia comunicarono questo al top management a partire già dal 1978, indicando un rischio di un aumento di temperatura di 2-3 gradi centigradi che risulta del tutto in linea alle previsioni più recenti.
- Il 14 ottobre il magnate e filantropo americano Bill Gates, in un’intervista al Financial Times, ha bocciato l’energia solare come soluzione ai combustibili fossili: “Le energie rinnovabili da sole non posso bastare”, ha affermato Gates. Il governo dovrebbe spostare le risorse dei sussidi per l’energia verde all’innovazione tecnologica”. Il commento ha un’importanza particolare dal momento che nei mesi precedenti Gates assieme alla sua potente fondazione “Bill & Melinda Gates” si era impegnato ad investire 2 miliardi di dollari nella ricerca per le energie rinnovabili.
- Il 5 ottobre il quotidiano britannico The Guardian annuncia il lancio della “Fase 2” della sua campagna per il disinvestimento di capitali dai carburanti fossili lanciata lo scorso marzo (dal nome “Keep it in the ground”, cioè “teniamolo sotto il suolo”). Il Guardian Media Group ha disinvestito dal fossile 800 milioni di sterline – diventando il più grande fondo al mondo a prendere questa decisione – mentre più di 200 istituzioni tra cui università, fondazioni, enti locali, organizzazioni religiose e fondi pensionistici, per un valore complessivo di 50 miliardi di dollari, si sono impegnate a fare altrettanto.
- Il 1 ottobre la capitale danese Copenhagen ha annunciato che entro il 2025 sarà completamente indipendente dai combustibili fossili. Il vicino paese della Svezia, inoltre, ha affermato di volersi impegnare a diventare il primo stato al mondo a zero energia dai combustibili fossili (entro il 2030).