USA: attivista diventa “nera” per difendere i diritti degli afroamericani
Carnagione di colore, treccine e vistosi turbanti sulla testa: per anni Rachel Dolezal è stata un'icona della difesa dei diritti degli afroamericani negli Stati Uniti, tanto da diventare presidentessa dell'Agenzia Nazionale per l'avanzamento delle persone di colore. Eppure, lei, di colore non lo è mai stata. A rivelarlo sono stati i suoi genitori che, dopo anni di menzogne da parte della figlia, hanno dimostrato che la ragazza non è di etnia "black" bensì caucasica, ovvero bianca. con tanto di capelli biondi e lentiggini. Ruthanne Dolezal, madre dell'attivista, ha rivelato molti particolari sull'infanzia della donna non coincidenti con i suoi racconti: "Non ha mai abitato in Sudafrica, come lei dice: noi genitori siamo stati per un periodo di tempo lì, ma lei non è mai nemmeno venuta a trovarci".
Non solo: Rachel Dolezal avrebbe raccontato altre menzogne pur di legittimare all'opinione pubblica la storia di essere una donna nera. Per anni ha riferito di aver vissuto in una tenda e di essere stata addirittura costretta a cacciare per procurarsi il cibo. Peccato che non ci sia nulla di vero, e che anche i genitori – stanchi delle bugie della figlia – abbiano deciso di vuotare il sacco. Rachel Dolezal, docente di Studi africani alla Eastern Washington University’s, nella sua biografia di aver combattuto le sue prime battaglie nell'Idaho, dove viveva, e di aver subito assieme ai suoi figli almeno otto volte episodi di violenza e discriminazione da parte del Ku Klux Klan, the Neo Nazis e dell'associaizone razzista Aryan Nations.
Dopo l'esplosione dello scandalo, alla domanda diretta di un giornalista del periodico americano Kxly: "Lei è nera?", la donna, travolta dalle polemiche, ha risposto: "Non capisco la domanda". Ad un altro ha risposto: "Proveniamo tutti da un continente africano".