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Tre suicidi che spaccano il cuore

Tre suicidi di anziani disperati che spaccano il cuore. Che sbattono in faccia ai dieci saggi la verità: non c’é più tempo, non c’é più forza.
A cura di Antonio Menna
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Lui aveva 62 anni, era un esodato. Si arrangiava con qualche lavoretto da muratore. Poi l’impresa, a sua volta in crisi, aveva smesso di pagarlo. Non aveva reddito, ed era vecchio per trovare un nuovo impiego. Lei aveva 68 anni, ex artigiana, una pensione da 500 euro. Con questi pochi soldi tiravano avanti a Civitanova marche. Un vicino li aveva invitati ai servizi sociali. Ma i due si vergognavano. Stamattina hanno scritto una lettera. Poche parole. "Non ce la facciamo più". Poi sono andati nel garage, e si sono impiccati. Insieme. Mano nella mano. A scoprire i cadaveri il fratello di lei. Settant'anni, pensionato al minimo, solo, povero anche lui, alla vista di quei corpi, é scappato e si é buttato da un ponte. Tre suicidi di anziani disperati che spaccano il cuore. Che sbattono in faccia ai dieci saggi, a Bersani, a Berlusconi, a Monti, a Grillo, ai teatranti di questa infinita tragedia, dove ognuno pensa a sé e nessuno al Paese, la verità. Non c’é più tempo. Non c’é più forza.

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Antonio Menna, giornalista, scrittore autore tra gli altri del libro "Se Steve Jobs fosse nato a Napoli".
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