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Terrorismo, Renzi: “Non possiamo permetterci sottovalutazione o isteria”

Il Presidente del Consiglio scrive nella sua eNews: “Ogni segnale va monitorato, ogni controllo va effettuato, ogni allarme va considerato: diamo massima attenzione a tutte le segnalazioni che arrivano, perché troppo grande è la posta in gioco per scartare alcunché. Allo stesso tempo dobbiamo essere consapevoli che ci vorranno mesi, forse anni per sconfiggere l’agguato del terrore. Che non basterà insomma reagire sull’onda dell’emozione.”
A cura di Redazione
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“Gli investigatori francesi chiariranno, forse, la reale dinamica della tragedia di venerdì sera. Ma quello che è chiaro è che i terroristi vogliono colpire la nostra quotidianità. Non colpiscono obiettivi militari, caserme, palazzi del potere. No, loro attaccano i luoghi normali, i luoghi della nostra identità”. Comincia con questa considerazione la nuova eNews di Matteo Renzi, la prima dopo i sanguinosi attentati di Parigi, costati la vita a 130 persone. Nella lettura del Presidente del Consiglio bisogna “reagire con determinazione e non permettere alla paura di oscurare la libertà”, ma “con un approccio serio e rigoroso, forte ed equilibrato”, che sia lontano dall’isteria.

Scrive Renzi:

Due sono i rischi, opposti, che non possiamo permetterci: la sottovalutazione e l'isteria. Ogni segnale va monitorato, ogni controllo va effettuato, ogni allarme va considerato: diamo massima attenzione a tutte le segnalazioni che arrivano, perché troppo grande è la posta in gioco per scartare alcunché. Allo stesso tempo dobbiamo essere consapevoli che ci vorranno mesi, forse anni per sconfiggere l'agguato del terrore. Che non basterà insomma reagire sull'onda dell'emozione.

Chi fa politica non può concedersi il lusso della superficialità. Questa partita è molto più complessa di come in tanti la raccontano. Interventi spot possono creare danni ancora più grandi come accaduto in Libia, vicenda di cui noi italiani conosciamo bene le conseguenze.

In questo momento ciò che Renzi chiede alle altre forze politiche è uno sforzo di unità:

Di non perderci in polemiche di parte. Di non strumentalizzare a fini elettorali il clima di questi giorni. Io per primo so che abbiamo il dovere della responsabilità. E che dobbiamo parlare chiaro agli italiani: non è una sfida facile quella che ci viene lanciata dal terrorismo internazionale. Ma noi italiani siamo un grande popolo, anche se a volte facciamo di tutto per denigrarci. Nostri connazionali hanno rilevanti responsabilità militari e politiche dall'Afghanistan all'Iran, dalla Siria alla Libia, dalla Somalia al Kosovo.

Su queste cose non ci si divide e non si fanno polemiche.

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