Stupri in India: in arrivo un database con nomi e foto dei condannati
La terribile violenza sessuale subita da una giovane donna di New Delhi alcune settimane fa ha scatenato nel Paese una forte indignazione popolare con proteste di piazza e iniziative da parte delle autorità per inasprire le pene agli stupratori. La vittima di quella violenza, una 23enne aggredita su un autobus, è stata trasferita in un ospedale di Singapore (dopo aver già subito tre interventi chirurgici nell'ospedale di Delhi) ma le sue condizioni restano critiche, il suo caso inoltre non è purtroppo l’unico che si è registrato negli ultimi giorni. Un altro stupro di gruppo ai danni di una minorenne si è concluso, ieri, in maniera tragica: la vittima della violenza, di appena 17 anni, si è suicidata con del veleno. E ora, secondo quanto ha riportato l’emittente indiana New Delhi Television Limited (Ndtv), il Governo sta prendendo in esame diverse iniziative per contrastare questa emergenza. In particolare le autorità indiane hanno deciso di preparare un database nazionale con le fotografie di tutti coloro che sono stati condannati per stupro.
Sonia Gandhi: “I nostri pensieri per la donna che lotta per la vita” – La proposta, confermata anche dal sottosegretario agli Interni, è appunto quella di creare una banca dati che possa contenere i nomi, le foto e gli indirizzi degli stupratori e che sarà accessibile a tutti tramite internet. L’idea è stata avanzata da un gruppo di studenti, il progetto potrebbe essere testato quanto prima nella capitale indiana grazie alle informazioni già in possesso della polizia. Intanto, dopo circa due settimane di silenzio, la leader del Partito del Congresso Sonia Gandhi, ha parlato del caso della ragazza stuprata a New Delhi rivolgendo a lei il suo pensiero e quello delle autorità: “Il nostro unico desiderio è che lei si riprenda e torni presto con noi e che non si perda tempo nel portare davanti alla giustizia coloro che si sono macchiati di questo barbaro crimine”. Queste le parole della Gandhi condivise, secondo quanto scrive il Times of India, dal primo ministro Manmohan Singh.