Stragi di Oslo e Utoya, ecco perché Breivik potrebbe scontare solamente 21 anni di carcere
E' l'unico indagato dell'attentato di Oslo e della strage di Utoya, è accusato di aver ucciso complessivamente 93 persone e ha non ha avuto problemi a confessare le sue responsabilità. Ma il 32enne norvegese Anders Behring Breivik in carcere potrebbe restarci "solo" 21 anni". A conti fatti, quindi, l'uomo uscirebbe di galera a 53 anni, scontando 83 giorni di detenzione per ogni omicidio commesso.
PERCHE' 21 ANNI?- La Norvegia è uno dei paesi che ha abolito l'ergastolo. Il codice penale norvegese prevede una pena massima di 21 anni, anche se la maggior parte dei carcerati non ne sconta più di 14 anni. Questo vuol dire che Breivik uscirà di galera tra "soli" 21 anni? L'ipotesi è molto credibile, ma se tra 21 anni verrà considerato ancora pericoloso in carcere potrebbe rimanerci ancora un po'. In Norvegia, nonostante non sia contemplato il carcere a vita, esiste infatti una sorta di detenzione indefinita chiamata "Forvaring". In pratica al termine dei 21 anni il carcerato viene nuovamente giudicato: se è ritenuto non pericoloso esce subito di galera; se, invece, il giudice lo considera ancora pericoloso viene disposto un ulteriore periodo detentivo che può essere prolungato di 5 anni in 5 anni. Il caso Nesset, però, fa pensare che Breivik possa cavarsela davvero con poco.
IL CASO NESSET- Nei primi mesi del 1981 alcuni giornalisti norvegesi venero al corrente di una serie impressionante di morti nella casa di riposo di Orkdal. Il medico Arnfinn Nesset era entrato in quella struttura nel 1962 e nel 1977 ne era divenuto direttore e amministratore. Un dipendente della struttura riferì alle autorità che Arnfinn Nesset aveva comprato tempo prima una grande quantità di curacito, un farmaco che serve a rilassare i muscoli ma che può essere letale se somministrato in alte dosi. Nesset venne prelevato dagli agenti per un interrogatorio. Spiegò dapprima che il farmaco era destinato a un branco di cani randagi, poi, cambiò improvvisamente versione e disse di avere avvelenato 27 persone nell’arco di oltre 20 anni, a partire dal 1962. Da lì iniziò poi a confessare altri omicidi e dai 27 iniziali si arrivò alla cifra spaventosa di 138, alcuni dei quali perpetrati anche in altri istituti. Le autorità fecero analizzare molti cadaveri, ma fu una fatica inutile, dato che il curacito è molto difficile da rintracciare in un corpo, specialmente dopo che passa tanto tempo. Non fu quindi possibile risalire al numero effettivo di vittime. Ma perché tutto questo? Nesset disse agli agenti di aver ucciso per la gioia di farlo, perché avere il potere di vita e di morte sulle persone lo faceva sentire potente, perché aveva misericordia per la gente che soffriva. Dopo un'inchiesta durata un paio d'anni e a seguito dell'ok degli psichiatri, si decise che l'imputato poteva sostenere il processo. Nesset spiazzò nuovamente tutti dichiarandosi innocente ma non servì a nulla, come a nulla servirono i tentativi dei suoi legali di farlo passare per pazzo. Il 18 marzo 1983 i giudici lo dichiararono colpevole di 22 delle uccisioni di cui era sospettato, di appropriazione indebita di circa 1800 $ da cinque delle sue vittime e di un tentato omicidio. Gli fu inflitta la massima pena che, come abbiamo visto sopra, in Norvegia è di 21 anni. E, puntuale, nel 2004 Nesset uscì di prigione; ora vive in una località segreta del Paese sotto falso nome.
L'IRA DEL WEB- Per alcuni norvegesi che hanno ancora negli occhi le agghiaccianti immagini di venerdì scorso, 21 anni di galera sono decisamente pochi. Come accade spesso in questi momenti, accecati dalla rabbia, in molti chiedono che Breivik venga ucciso per i crimini commessi. Su Facebook, Mari Kaugerud ha lanciato un appello per un "Sì alla pena di morte per Anders Behring Breivik" e più di 1700 persone hanno dato la propria adesione. E mobilitazioni del genere, purtroppo, stanno continuando a venir fuori.