Shevchenko mette il calcio da parte: “La mia gente ha perso tutto, penso solo ad aiutare l’Ucraina”
Proprio come quando giocava e dava tutto in campo per le sue squadre, Andriy Shevchenko sta dedicando anima e cuore alla causa della sua Ucraina. La grande gloria ex Dinamo Kiev, Milan e Chelsea, reduce da un'esperienza non troppo fortunata da allenatore al Genoa non riesce in questo momento a pensare al calcio. Troppo grande la preoccupazione e il dolore per parenti, amici e connazionali che sono rimasti in patria e devono fare i conti con l'invasione della Russia.
Sheva che poche settimane fa si è lasciato andare anche alle lacrime, è tornato in TV per cercare di sensibilizzare ulteriormente l'opinione pubblica per la guerra che sta mettendo in ginocchio il suo Paese. I giorni trascorrono e non si vedono spiragli di pace, con il calciatore e allenatore che ai microfoni di Silvia Toffanin a Verissimo, ha provato a spiegare il suo stato d'animo e la disperazione per le sorti ucraine: "È una situazione molto difficile, soprattutto le prime settimane sono state complicate. È stato uno shock, mai avrei pensato che la Russia potesse iniziare una guerra contro di noi. Come si fa a vivere quando ogni giorno muoiono bambini e civili sotto gli attacchi dei missili nemici".
Una speranza potrebbe essere rappresentata da un intervento di Papa Francesco. Shevchenko pur sottolinenando l'importanza di una presa di posizione forte del Pontefice sottolinea la necessità di aiutare il suo popolo, anche a difendersi e a lasciare l'Ucraina: "Sicuramente la visita del Pontefice in Ucraina sarebbe molto utile, ma in questo momento il miglior aiuto consiste nel cercare di dare una possibilità di difenderci e accogliere i rifugiati, soprattutto donne e bambini". Lo stesso ex Pallone d'Oro, si è messo a disposizione per ospitare suoi connazionali e ha dato il la a numerose iniziative benefiche: "Sì, stanno per arrivare due donne con i loro bambini. Poi, abbiamo fatto un bellissimo progetto con il sindaco di Milano Beppe Sala. Sono grato agli italiani che si sono dimostrati molto generosi e stanno dando il cuore al mio popolo. La mia gente ha perso tutto, i bambini non hanno più futuro, dobbiamo stare vicini a queste persone".
La sua famiglia sta vivendo giorni di grande apprensione, anche se fortunatamente la mamma e la sorella di Andriy sono riuscite a fuggire, e approdare in Italia: "All’inizio non c’è stato verso di convincere mia mamma ad andarsene. Poi, dopo 21 giorni, le sue condizioni fisiche sono peggiorate e quindi mia sorella l’ha portata via con sé. Adesso sono in Italia". E non è semplice anche spiegare quanto sta accadendo ai figli: "Il più grande comprende benissimo quello che sta succedendo, agli altri stiamo cercando di spiegarlo. Loro sono molto affezionati a Kiev e all’Ucraina".
E il calcio? Sheva riesce a pensare anche allo sport a cui ha dedicato tutta la sua vita? Al momento il pallone è stato messo da parte, perché è tempo di pensare ad altre priorità, purtroppo: "In questo momento sono concentrato solo sui progetti per aiutare il mio Paese. Spero che possa tornare la pace e la gente nelle loro case. Solo a quel punto vorrei mi tornasse la voglia di rientrare nel calcio".