Spifferi, querele, prove non provate e il PD si dimentica di parlare di politica
La notizia che circolava da giorni è arrivata ufficialmente: Rosario Crocetta chiede un risarcimento milionario a L'Espresso. Fin qui niente di inaspettato ma tutti quelli che si sono affrettati ad appendersi all'intercettazione (che esiste solo tra pochi noti) oggi sanno che il tempo per strumentalizzare l'accaduto sta per scadere: dalle nostre fonti sappiamo per certo che quell'audio L'Espresso ora come ora non ce l'ha, l'ha ascoltato qualche giornalista da qualcuno che ne risponderà nelle sedi opportune ma nessuno può garantirne al momento la veridicità.
Esiste? Forse. E' vero? Probabilmente. E' un'imboscata in cui ci si è buttati con troppa foga? Potrebbe. Come ricostruito dalla redazione di Fanpage una vicenda già debole dal punto di vista giornalistico è stata usata come ariete per uno sfondamento politico. Senza politica, però: quello che si sa e si legge su tutti i giornali è che Renzi e i suoi più fedeli servitori siciliani (con Faraone in testa) non vedono l'ora di disarcionare l'attuale Presidente della Regione Sicilia per sostituirne la catena di comando. Ora che l'antimafioso Crocetta cede sotto i colpi della campagna mediatica qualcuno intravede finalmente la possibilità di sostituirlo.
Sbagliando, in realtà, per diversi motivi:
Se si andasse ad elezioni oggi il Partito Democratico ne uscirebbe molto ridimensionato rischiando di lasciare la Sicilia in mano al Movimento 5 Stelle. La possibile sconfitta è un buon motivo per dare ossigeno ad un rapporto ormai asfittico? Sì. Oggi in politica basta questo. Alcuni renziani e democratici lo strillano davanti alle telecamere senza remore. Come se noi decidessimo di tenerci in casa un inquilino che consideriamo ladro solo per non incorrere in altri ladri di altre scuderie. E poi ci si interroga sull'etica, per dire.
Il garantismo del PD di Renzi è ad intermittenza: ci si infiamma se lo chiede Pif alla Leopolda, si proteggono Sottosegretari perché sono "semplicemente" indagati e si convoca la via crucis per una telefonata tra Crocetta in silenzio (non indagato) e il suo medico che nessuno ha letto ed ascoltato. Eppure in questi giorni di celebrazioni per Paolo Borsellino a nessuno dei democratici gli è scappata una sola virgola su Di Matteo o sul processo "trattativa" in corso: il PD ancora una volta si mostra maestro dell'antimafia (e dell'anti-antimafia) fatta con il culo degli altri.
Crocetta, si dice, dovrebbe lasciare perché ha offeso Lucia Borsellino e la memoria di suo padre. Eppure chiunque segua anche superficialmente la politica siciliana sa benissimo che proprio alcuni pezzi del Partito Democratico hanno ostacolato l'operato della Borsellino all'assessorato della sanità siciliana. Basta cercare i giornali di qualche anno fa per leggere le accuse verso Crocetta di avere scelto la figlia di Borsellino solo per il cognome che porta, basterebbe vedere chi ha usato la morte della piccola Nicole all'ospedale di Catania per chiederne le dimissioni. Insomma: quelli che accusavano Crocetta di strumentalizzare la Borsellino ora usano la Borsellino contro Crocetta e per dimostrare di non volere giocare con la memoria in queste ore hanno addirittura pensato di candidarla Presidente. Sfacciati, per non dire altro.
Usciamo dall'aria pesante palermitana e guardiamoci negli occhi: veramente qualcuno pensa che si progettasse un omicidio per Lucia Borsellino? Diamo per scontato che comunque la frase (se vera e soprattutto se pronunciata davvero al telefono con Crocetta) sia di pessimo gusto, alzi la mano chi non ha augurato la "morte politica" nell'ultimo anno. Rileggetevi le cronache politiche degli ultimi anni, ad esempio.
Tornando alla politica: nessuno qui difende Rosario Crocetta politico (ne so troppo poco per formulare un giudizio serio e completo) ma davvero il PD non riesce a spiegarci in modo semplice semplice ("pop" come piace a Renzi) quali sono i fallimenti amministrativi della Giunta Crocetta? Perché si è parlato di telefonate e di culi sbiancati (proprio così, andate a cercare) mentre non si capisce cosa si propone al posto di quello che c'è.
Ultimo ma non ultimo: il PD è quel partito che in Sicilia prima di Crocetta ha governato con Raffaele Lombardo condannato in primo grado a sei anni e otto mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, all'interdizione perpetua dai pubblici uffici ed a un anno di libertà vigilata. Il PD è quel partito che tratta la riforma della Costituzione con il "noto imprenditore milanese" per cui Marcello Dell'Utri è in galera, avendone portato le ambasciate a Cosa Nostra almeno fino al 1992. Il Partito Democratico è quel partito che ha mani e piedi coinvolti nell'indagine "Mafia Capitale" eppure si indigna in trasferta. Siamo sicuri che la "questione morale" tra i democratici sia davvero tutta solo sulle spalle di Crocetta?
Come diceva Baudelarie: "L'odio è un liquore prezioso, un veleno più caro di quello dei Borgia; perché è fatto con il nostro sangue, la nostra salute, il nostro sonno e due terzi del nostro amore. Bisogna esserne avari." Quello che ci manca, ora sarebbe un po' di politica, se ci riuscite. "Pronti a discutere nel merito" come insegna Matteo Renzi.