
Quando una serie Tv diventa un fenomeno di massa, si tende a considerare i personaggi che ne tracciano la storia fin dalla prima stagione come un elemento imprescindibile per lo sviluppo della serie stessa. I loro percorsi accompagnano le vite di chi li osserva, crescono insieme a loro, scatenano affezione. Diventano amici e amiche e nessuno vorrebbe salutarli. È il motivo per cui, alla vigilia di Mare Fuori 5, si percepiva uno scetticismo collettivo sul prosieguo della trama. Se l'addio al cast di Massimiliano Caiazzo, Carmine Di Salvo nella fiction, era già stato un duro colpo, infatti, l'uscita di scena di Edoardo Conte (interpretato da Matteo Paolillo) aveva fatto vacillare la fiducia anche dei fan più accaniti.
"Senza di lui/lei, non la seguo più": quante volte ce lo siamo detti, guardando una serie? Le reazioni diffuse davanti alla morte di Pietro Savastano in Gomorra, quella di Ned Stark in Game of Thrones o quella di Billy in Stranger Things ne sono solo un esempio. Eppure, la volontà di disancorarsi da volti fissi e dalle loro storie che, per quanto coinvolgenti, rischiano di risultare ridondanti se portate per le lunghe, sembra essere uno dei tratti distintivi di Mare Fuori. E, secondo il parere di chi scrive, il suo punto di forza.
La fine della storia d'amore tra Carmine e Rosa, i Romeo e Giulietta versione Napoli appartenenti ai due clan nemici, e la morte di Edoardo, sono l'emblema di questo approccio. Una scelta pensata, che ha trovato nel vecchio regista Ivan Silvestrini un primo artefice e nel nuovo, Ludovico Di Martino, la sua consacrazione. La ripetitività, stanca. Senza eccezione che tenga. E, se è vero che "squadra che vince non si cambia", è altrettanto importante avere contezza di quando fermarsi, una volta raggiunto l'obiettivo.
Ben vengano, quindi, le new entry nel cast. Da Tommaso (Manuele Velo), a Simone (Alfonso Capuozzo): i nuovi personaggi non solo funzionano in quanto singoli ma, nel rapportarsi con i vecchi, offrono loro nuove strade di sviluppo, gli permettono di reinventarsi. Dopo l'uscita dei primi sei episodi su Rai Play lo scorso 12 marzo, l'entusiasmo verso il prodotto è tornato alle stelle, generando trend sui social e discussioni al bar. Con buona pace dei fandom, Edoardo e Carmine non ci sono più, ma chi li sostituisce ha retto il confronto nell'unico modo in cui avrebbe potuto riuscirci: eludendo ogni pericolo di paragone diretto. Sia per trascorso che – non meno importante – per caratteristiche estetiche.

Rosa, Silvia, Cardiotrap e Pino restano i minimi denominatori comuni, ma il cuore pulsante non sono più le storie d'amore, bensì quella di un gruppo che condivide caratteristiche simili: un passato difficile alle spalle, la voglia di rivalsa, l'iniziale mancanza di strumenti per poterla attuare. È così che Mare Fuori 5 si è salvata dal possibile disastro: puntando sulle nuove leve, senza l'ingordigia di continuare a cavalcare l'onda di un successo – forse – irreplicabile.




