Monologo di Scurati cancellato dalla Rai, Serena Bortone lo legge in diretta tv: “Mi ha dato il permesso”
Serena Bortone apre la puntata di Che Sarà, il programma dell'access prime time che conduce su Rai3, menzionando la notizia del giorno, ovvero l'annullamento dell'intervento di Antonio Scurati con un monologo scritto in occasione il 25 aprile, per volere della Rai. La conduttrice, la prima a sollevare la questione, ha invece letto il testo dello scrittore aggiungendo che è stato lui stesso a regalarglielo, a dispetto di chi aveva diffuso la notizia, erronea, che vi fossero questioni economiche alla base della cancellazione del momento dedicato la noto saggista, autore di "M. Il figlio del secolo". Il testo in questione, intanto, è stato pubblicato anche sui suoi social dalla Presidente del Consiglio che ha ribadito: "Chi è stato ostracizzato non censura", volendo così sottolineare che da parte del Governo non ci sarebbero state pressioni di alcun tipo. Le opposizioni, invece, hanno criticato aspramente l'accaduto: "L'Antifascismo fa paura a TeleMeloni?".
Serena Bortone legge il monologo di Antonio Scurati
La giornalista, quindi, ribadendo di non aver avuto una risposta sul perché il monologo fosse stato annullato, ha quindi deciso di leggerlo, contravvenendo a quello che, di fatto, era stato deciso dai vertici dell'azienda. Le sue parole in apertura del programma:
Nella puntata di oggi, come molti di voi sapranno, perché è notizia su tutti i giornali da stamane, era previsto un monologo sul 25 aprile di Antonio Scurati. Monologo che, invece, non ci sarà. Ieri sera ho scoperto del tutto casualmente che il contratto di Scurati era stato annullato e pur avendo passato tutta la sera a telefonare, mandare messaggi ed email, non sono riuscita ad ottenere alcuna spiegazione. Di conseguenza stamattina ho dovuto chiamare Scurati per dirgli cosa era accaduto, siccome ho letto ricostruzioni fantasiose e offensive, qualche giornale ha detto che ci sarebbe addirittura una questione di soldi, preciso che la reazione di Scurati, è stata di regalarmi il testo che aveva scritto per noi, e mi ha dato il permesso di leggerlo, cosa che adesso farò.
Il testo integrale del monologo di Antonio Scurati
Ed ecco, quindi, riportato in maniera integrale qui di seguito, il testo del monologo che Antonio Scurati ha scritto per la trasmissione Che sarà su Rai3, prima annullato e letto in diretta televisiva da Serena Bortone.
Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sottocasa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole.
Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro. Mussolini fu immediatamente informato. Oltre che del delitto, si macchiò dell’infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania.
In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944. Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati.
Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista.
Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia? Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così.
Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via.
Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale, la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023).
Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra.
Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana".