Scuola, il Miur investe su programmazione informatica nelle scuole e “digitale”
Si chiama "Programma il futuro" ed è un progetto nato lo scorso settembre con lo scopo di portare la programmazione informatica nelle scuole italiane: sta coinvolgendo 300mila studenti di oltre duemila istituti: il 55% delle scuole primarie, il 27% della secondaria di primo grado, il 15% della secondaria di secondo grado. L'idea di promuovere il "coding" tra gli studenti italiani è stata varata dal Miur e dal Consorzio interuniversitario nazionale per l’informatica (Cini) sulla base di un boom di richieste di programmatori nel mercato del lavoro. Per l'Aica, l’Associazione Italiana per l’Informatica ed il Calcolo Automatico, nel 2020 in Europa mancheranno all’appello 900mila esperti di Itc.
Il Ministero dell'Istruzione ha messo a disposizione degli studenti una serie di lezioni, interattive e non: sono stati coinvolti 400 tutor Telecom, società partner dell'iniziativa, e strette collaborazioni Iab Italia (Internet Advertising Bureau Italia) e Confindustria Digitale. Migliaia di giovani hanno appreso i rudimenti dell'informatica, nell'ottica di impartire agli studenti un'"alfabetizzazione digitale" adeguata, così come avvenne nel secolo scorso con l'"alfabetizzazione di massa". "È necessario – ha detto il ministro Giannini – che i ragazzi si convertano dall’essere semplici consumatori di tecnologia a persone in grado di applicare il pensiero logico per capire, controllare, sviluppare contenuti e metodi per risolvere i problemi e cogliere le opportunità che la società è già oggi in grado di offrire". Il ministro, inoltre, ha posto l'obiettivo di triplicare la partecipazione nel prossimo anno scolastico. Verrà inoltre potenziato il piano digitale per la scuola, " che potrà beneficiare, oltre ai fondi del ddl scuola (90 milioni per l’anno in corso e 30 milioni a regime), di fondi strutturali di 1 miliardo di euro su una programmazione di sette anni".
Giannini ha fissato tre punti cardine: "Formazione degli insegnanti, tanto da immaginare che ogni scuola abbia un animatore digitale, responsabile tecnicamente e culturalmente del piano nazionale digitale in quell’istituto scolastico; secondo punto, fornire competenze agli studenti, fin dalla scuola primaria. Terzo, la dimensione infrastrutturale, con laboratori interni alle scuole".