Scandalo in Vaticano, si allarga il cerchio. Un “corvo” donna tra i sospetti
Terza notte di isolamento per Paolo Gabriele. Il maggiordomo che avrebbe tradito la fiducia del Pontefice è detenuto in cella di sicurezza nel palazzo del Tribunale vaticano. Contro di lui l'accusa di furto aggravato di documenti riservati e, soprattutto, il peso del sospetto di essere il "corvo". Per difendersi da queste accuse ha già nominato due avvocati di sua fiducia, che avrebbe già incontrato. La strada suggeritagli dai legali sarebbe quella del silenzio. E infatti, nonostante Gabriele abbia fatto sapere di essere «a disposizione dei magistrati», da parte sua, non ci sarebbero ancora state ammissioni di sorta. Anche la moglie dell'assistente di Benedetto XVI non si sbottona minimamente: «Non posso confermare che Paolo non abbia risposto ai magistrati» ha detto ad Adnkronos.
VATICANLEAKS –Secondo alcune fonti il maggiordomo avrebbe già due nomi agli inquirenti. Altri due "corvi", dunque, che avrebbero trafugato scritti top secret, informazioni scomode per la Santa Sede (come le lettere di monsignor Viganò contro Tarcisio Bertone), per poi fornirle alla stampa, fino alla pubblicazione del libro “Sua Santità. Le carte segrete di Benedetto XVI”. Una delle talpe, secondo i rumors diffusi dai suoi detrattori, ci sarebbe Ettore Gotti Tedeschi, di recente sfiduciato dall’incarico di presidente dello Ior, la banca vaticana. L'artefice materiale dello scandalo che molti hanno battezzato Vaticanleaks sarebbe poi stato individuato in Gabriele, con una conferma arrivata anche dalla sala stampa del Vaticano. Lui, considerato persona al di sopra di ogni sospetto, è il colpevole della fuga di notizie. Il pontefice si è detto «colpito e addolorato” delle presunte colpe del suo maggiordomo, al suo servizio da sei anni. Ma la stampa dubita che sia lui, l'unica gola profonda della Santa Sede. Il cerchio si allargherebbe ad altre persone.
IL "CORVO" DONNA – Gli investigatori vaticani, dunque, sono alla ricerca di riscontri, prove, possibili complici, nella convinzione che Gabriele non può aver creato tutto questo scompiglio da solo. E così viene avanzata l'ipotesi di un "corvo rosa". Una donna, laica, che lavora nel Palazzo apostolico e che, facendo emergere carte interne al Vaticano ha cercato di inchiodare alcuni cardinali. L'indiscrezione è di Repubblica che riporta le dichiarazioni di una persona molto vicina a questa «signora giovane, sposata, che ha anche un altro lavoro fuori dalla Santa Sede. Non teme un’incriminazione, anche se venisse individuata, perché è cittadina italiana. «Vuole fare uscire — spiega chi la conosce — il marcio che c’è dentro. E questo alla fine farà bene alla Chiesa, e rafforzerà infine il Papa, che ha bisogno di essere sostenuto».
LE MOTIVAZIONI DI PAOLO GABRIELE – Un'altra domanda ancora senza risposta è perché il maggiordomo di Benedetto XVI avrebbe fornito solo alcune informazioni alla stampa? Qual è il suo obbiettivo? Nel libro “Sua Santità. Le carte segrete di Benedetto XVI” il Corvo è descritto come un grande devoto, disgustato dalle faide e guerre di potere in seno al Vaticano. Ecco, dunque, la sua intenzione: gettare luce sul piano segreto di un gruppo di vescovi schierato politicamente alla destra del Pontefice, volto alla conquista prima della segreteria di Stato e poi addirittura del Soglio Pontificio al prossimo conclave.