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“Salviamo i ciclisti”, dal Regno Unito l’appello arriva ai blogger italiani

Sull’onda del Times di Londra 40 blogger italiani hanno lanciato un appello a favore di chi sceglie la bici per spostarsi in città. In tantissimi stanno aderendo in queste ore per spingere le istituzioni a fare qualcosa per evitare quella che in Italia è una vera e propria strage. Immediatamente sono nati gruppi su Facebook mentre su Twitter esplode l’hashtag #salvaiciclisti.
A cura di Susanna Picone
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Sull’onda del Times di Londra 40 blogger italiani hanno lanciato un appello a favore di chi sceglie la bici per spostarsi in città. In tantissimi stanno aderendo in queste ore per spingere le istituzioni a fare qualcosa per evitare quella che in Italia è una vera e propria strage. Immediatamente sono nati gruppi su Facebook mentre su Twitter esplode l’hashtag #salvaiciclisti.

In queste ultime ore c’è un appello che più di altri sta rimbalzando in rete invadendo, a dimostrazione di quanto sia immediatamente diventato un “tema caldo” , tutti i social network e che recita così: “Salviamo i ciclisti, aiutateci a fermare la strage di chi ha scelto la bici per spostarsi in città”. Una campagna di sensibilizzazione, dunque, che riguarda il problema delle numerose morti di chi utilizza la bicicletta come mezzo di trasporto e che prende spunto da un’iniziativa del Times di Londra dello scorso 2 febbraio. La campagna inglese è partita dopo un incidente subito da una loro giornalista: il Times aveva perciò deciso di mostrare in home page un appello a sostegno della sicurezza dei ciclisti che, nel giro di soli 5 giorni, ha riscosso un notevole successo (oltre 20000 adesioni).

Lo stesso hanno fatto oggi 40 blogger italiani per dire no a quella che è una vera e propria strage: in 10 anni in Italia si sono registrare 2556 vittime sulle due ruote, più del doppio di quelle del Regno Unito. I 40 blogger ciclisti hanno perciò lanciato contemporaneamente in rete l’appello che attualmente sta registrando decine di adesioni al minuto facendo tanto “rumore mediatico”.

Dal Regno Unito la campagna di sensibilizzazione per la sicurezza in bici arriva in Italia

salvaciclisti

I blogger italiani hanno scritto una lettera aperta ai giornali per invitare a prendere spunto dalle richieste formulate nel Regno Unito ricordando appunto i numeri drammatici italiani e chiedendo che anche nel nostro Paese vengano adottati gli 8 punti del manifesto del Times che, in sintesi, riguardano: maggiori attenzioni nei centri urbani degli autoarticolati, l’individuazione degli incroci più pericolosi del paese che dovranno essere ripensati a favore dei ciclisti, maggiori fondi (il 2% del budget dell’Anas) per la creazione di piste ciclabili. La raccolta, ancora, di informazioni sugli italiani in bicicletta, la formazione e la sicurezza da parte di tutti, autisti e ciclisti, sulle strade con un limite massimo di 30 km/h nelle aree residenziali sprovviste di piste ciclabili e l’invito a seguire lo schema di noleggio bici londinese sponsorizzato dalla Barclays. Infine l’ultimo punto prevede la nomina di un commissario alla ciclabilità in ogni città per promuovere le riforme.

Con questi 8 punti i blogger italiani (che immediatamente dopo la pubblicazione dell’appello sui blog hanno anche aperto una pagina Facebook dove è possibile presentare proposte e segnalare iniziative e hanno lanciato l’hashtag #salvaiciclisti su Twitter diventato in poco tempo tendenza) chiedono alle testate di copiare l’iniziativa inglese e di aprire le home page dei rispettivi siti con l’appello rivolto al nostro governo per l’adozione delle misure delineate.  Una richiesta "senza colore politico" ma dettata dal "buon senso":

Vi chiediamo di essere promotori di quel cambiamento di cui il paese ha bisogno e di aiutarci a salvare molte vite umane.

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