Renzi: “La sconfitta brucia ma non lascio, solo il vigliacco scappa”
La sconfitta al referendum "brucia, eccome" e lo ha portato a pensare anche al ritiro dalla politica ma ora Matteo Renzi dice di essere pronto a scender nuovamente in campo per ripartire dagli errori e rilanciare il Pd. "Sì, nei primi giorni ho pensato di lasciare. Mi tentava", poi "ho pensato che solo il vigliacco scappa nei momenti di difficoltà", ha confessato infatti il leader dei Dem in una lunga intervista a Repubblica. "Sarei andato via anche con il 49 per cento. La sconfitta brucia, eccome se brucia. Tanto che il vero dubbio è stato se continuare o lasciare. Ma poi uno ritrova la voglia e riparte" ha ricordato Renzi, sottolineando di aver "ripensato alle migliaia di lettere ricevute, al desiderio di futuro espresso da milioni di persone", giungendo alla conclusione che "la battaglia è appena incominciata".
Nel Pd "adesso c’è da fare. Lanceremo una nuova classe dirigente, gireremo in lungo e largo l’Italia, scriveremo il programma dei prossimi cinque anni in modo originale. Siamo ammaccati dal referendum ma siamo una comunità piena di idee e di gente che va liberata dai vincoli delle correnti. Ci sarà da divertirsi nei prossimi mesi dalle parti del Nazareno" ha aggiunto l'ex premier ricordando che per lui il Pd è quello che "ha preso il 40,8 per cento alle Europee, miglior risultato di un partito politico in Italia dalla Dc del 1959" e dicendosi "convinto che se il 4 dicembre si fosse votato per i partiti, saremmo risultati nettamente primi".
Per il voto voto però Renzi non ha fretta: "Decidiamo quel che serve all’Italia senza ansie ma anche senza replicare il 2013 dove abbiamo pagato un tributo elettorale al senso di responsabilità del Pd. Forse alcuni parlamentari, specie dei nuovi partiti, sono terrorizzati dalle elezioni perché sanno che non avrebbero i voti neanche per un’assemblea di condominio. Ma noi no. Noi faremo ciò che serve al Paese". "Col maggioritario il Pd è il fulcro di un sistema simile alla democrazia americana. Con il proporzionale torniamo a un sistema più simile alla democrazia cristiana. Ma il Pd sarà decisivo comunque. Il futuro dell’Italia passa da noi, dai nostri sindaci, dalla comunità di valori della nostra gente. Che non ne può più di chi tutti i giorni spara contro il quartier generale", ha proseguito Renzi dicendosi favorevole ad un ballottaggio o in alternativa al Mattarellum "per evitare inciuci, governissimi, larghe intese tra noi e Forza Italia che non servono al Paese e aprono un’autostrada al grillini".
Proprio contro il M5S Renzi non risparmia qualche bordata. "Quei ragazzi sono già divisi, si odiano tra gruppi dirigenti, fanno carte e firme false per farsi la guerra. Ma sono un algoritmo, non un partito" ha affermato infatti l'ex Premer, rincarando la dose: "Grillo è il Capo di un sistema che ripete ai seguaci solo quello che vogliono sentirsi dire, raccogliendo la schiuma dell’onda del web". "Dovremmo fare una colletta per liberare la Raggi e i parlamentari europei dalle orrende manette incostituzionali che multano l’infedeltà al partito, ogni ribellione o autonomia. Ma quelli che vedevano la deriva autoritaria nella riforma costituzionale, su questo tacciono" ha proseguito il segretario del Pd, concludendo: "Se l’immagina una misura del genere nel Pd? Io non voglio una sinistra dell’algoritmo: la voglio libera, capace di pensare con la sua testa, coi suoi valori, la sua cultura, i suoi ideali".
M5s: "Renzi lasci la politica, si ritiri a vita privata"
"Matteo Renzi mantenga la promessa e lasci la politica. Il segretario del Pd, invece di ritirarsi a vita privata, come aveva detto Urbi et Orbi, nell'eventualità di una sconfitta al referendum costituzionale, ritorna in campo con la sua propaganda e le sue menzogne" hanno affermato in una nota i capigruppo del M5s alla Camera e al Senato, Vincenzo Caso e Michela Montevecchi, rispondendo a quanto dichiarato dall'ex presidente . "Renzi conferma la sua arroganza – prosegue la nota – ignorando la bastonata che gli è arrivata da 20 milioni di italiani che hanno punito sia la sua schiforma, che la sua politica tout court, e fa finta di niente. Proprio come se non fosse accaduto nulla. Infatti, nel nuovo governo Renziloni, praticamente la fotocopia del precedente, i suoi fedelissimi come la madrina della riforma, Maria Elena Boschi, e Luca Lotti, indagato nella vicenda Consip, sono stati premiati".
Ai microfoni di SkyTg24, invece, il deputato M5s Roberto Fico ha dichiarato: "Noi un algoritmo? È una bugia, Renzi ha moltissimi problemi interni al Pd. Renzi cerca di buttare un po' di fango, meglio che guardi dentro casa sua, alle sue sconfitte".
Le reazioni di Sinistra italiane e Ncd
"Non è successo niente. Al massimo qualche errore di impostazione della campagna referendaria. Potrebbe essere questa la sintesi della lunghissima intervista di Matteo Renzi a Repubblica" ha affermato Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana. "Nessuna autocritica sulle sue disastrose politiche ma una lunga rivendicazione – ha aggiunto – Resta persino il partito a vocazione maggioritaria e la riproposizione di modelli maggioritari per la scrittura delle regole elettorali. Ciò che invece scompare è ancora una volta il Paese reale. Scompare la precarietà che continua a crescere, scompare la povertà e l'esclusione viene trattata come un fenomeno indipendente dalle scelte e dalle politiche praticate anche e soprattutto dal suo governo. Insomma basta un po' di cuore in più. Infine la chicca sulla sinistra che innova a cominciare dalla polemica col sindacato. Una vera novità…".
Il leader Ncd e ministro degli Esteri Angelino Alfano ha invece definito quella di Renzi a Repubblica "un'intervista seria e onesta, da leader della sinistra italiana, consapevole di alcuni punti di forza, rammaricato che altri non siano venuti fuori durante la campagna elettorale. Un'intervista che chiude il capitolo della rottamazione. Io sono contento perché adesso non c'è da rottamare ma da costruire. Ora parte la fase della costruzione".