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Processo Yara Gambirasio: la svolta dalle lettere di Bossetti alla detenuta Gina?

La trasmissione Quarto Grado torna sulle lettere di Bossetti a una detenuta: emergono nuovi dettagli sull’accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio.
A cura di Redazione
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Massimo Bossetti a processo per l'omicidio di Yara Gambirasio.
Massimo Bossetti a processo per l'omicidio di Yara Gambirasio.

A tornare sulla questione delle lettere inviate da Massimo Bossetti a una detenuta, acquisite dalla Corte del Tribunale di Bergamo nell'ambito del processo sull'omicidio di Yara Gambirasio, è stato proprio il suo legale. Nel corso della trasmissione televisiva Quarto Grado, l'avvocato Claudio Salvagni ha infatti rivelato altri particolari della corrispondenza fra Bossetti e la detenuta "Gina", provando a smontare la ricostruzione dell'accusa secondo cui le missive rappresenterebbero un ulteriore elemento a carico del muratore di Mapello.

Come vi avevamo raccontato, infatti, prendendo in considerazione un passaggio di una lettera in cui Bossetti dice a Gina di preferire "la rasatura" delle parti intime, il pubblico ministero ha cercato di stabilire una correlazione con le ricerche effettuate dal pc di casa Bossetti su alcuni siti porno (su chiavi di ricerca specifiche relative agli organi genitali femminili). Nella lettura dell'avvocato di Bossetti, invece, si tratta di "lettere normali", che rivelano una stretta confidenza con la detenuta del carcere di Bergamo, cui Bossetti si sarebbe appoggiato in un momento particolarmente delicato della sua vita.

Del resto, nelle lettere Bossetti si professa sempre innocente e dice di considerare come suo vero padre colui che l'ha cresciuto e non Guerinoni, il suo padre biologico. Poi il muratore di Mapello si lascia andare anche ad alcune confidenze sulle sue preferenze sessuali e racconta di avere particolarmente a cuore la sua forma fisica.

A che punto è il processo Yara Gambirasio

L'ultimo atto del processo a carico di Massimo Bossetti non è stato particolarmente favorevole all'imputato. La Corte ha infatti respinto tutte le richieste di nuove perizie avanzate dalla difesa, che dunque non potrà nuovamente richiedere la prova del DNA, né ulteriori verifiche sulle telecamere che hanno ripreso il suo furgone nei pressi della palestra. Secondo i giudici, infatti, non servono "ulteriori elementi probanti" e sono "superflue" le altre perizie.

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