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Russiagate, Conte: “Vicenda Barr non mi preoccupa, Renzi faccia quello che vuole”

Conte dopo aver letto le ricostruzioni dell’ex direttore del Dis Gennaro Vecchione ha ribadito di non essere preoccupato dalla vicenda ‘Russiagate’: “Renzi? Vada al Copasir, faccia quello che vuole. Non mi interessa”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il leader del M5s Giuseppe Conte si dice del tutto estraneo alle accuse lanciate dal quotidiano La Repubblica in merito al ‘Russiagate', e agli incontri avvenuti a Roma nell'estate del 2019 tra l’ex direttore del Dis, Gennaro Vecchione e l’ex segretario alla Giustizia americano William Barr, inviato da Trump per indagare su un presunto coinvolgimento dei servizi italiani, ai tempi del governo Renzi, sul complotto ordito ai danni della Casa Bianca per tentare di ostacolare la vittoria del tycoon alle presidenziali.

La vicenda legata all'allora Attorney General degli Stati Uniti Bill Barr e all'incontro con l'ex capo del Dis Gennaro Vecchione "non mi preoccupa e perché dovrebbe? Quando si agisce in piena coscienza, con chiarezza, assolvendo ai propri compiti la massima dedizione perché dovrei essere preoccupato", ha detto Conte. E sugli attacchi di Matteo Renzi, l'ex premier pentastellato non ha dubbi: "Vada al Copasir, faccia quello che vuole, vada nelle tv a parlare. Non mi interessa".

Sulla cena all'ormai famoso ristorante Casa Coppelle è intervenuto anche Vecchione, il quale ha spiegato che Conte non ne era stato informato, ribadendo la totale estraneità dell'ex presidente del Consiglio: "A Conte non sono mai stati forniti aspetti del cerimoniale e dell'accoglienza relativi a visite di singole Autorità o delegazioni italiane e straniere, stante la loro assoluta irrilevanza, fatti salvi quegli eventi che ne prevedevano la sua partecipazione". Vecchione ha anche ribadito che "nel corso dell'incontro conviviale non sono stati in alcun modo affrontati argomenti riservati, confidenziali, commessi alla visita o comunque riferiti a vicende e a personaggi politici italiani e stranieri (argomento quest'ultimo mai trattato in alcuna circostanza, anche successiva), per cui la conversazione si è orientata su convenevoli di carattere generale".

"Ho letto la dichiarazione di Vecchione: è stata una cena conviviale con delegazioni in un noto ristorante, non hanno parlato di informazioni riservate e confidenziali, quindi non mi sembra ci sia molto da speculare", ha detto Conte al Tg3. E a proposito del tweet di Trump, in cui è stato chiamato "Giuseppi", ha ripetuto ancora una volta che non sarebbe in alcun modo connesso con la richiesta di informazioni riservate arrivata dall'amministrazione americana: "La richiesta di Barr è di giugno, il tweet di Trump è alcuni mesi dopo…Ma scusi che collegamento c'è? – ha replicato ancora – non abbiamo fornito nessuna informazione riservata".

Il Copasir ha fatto sapere che non riaprirà l'indagine sul Russiagate: "In relazione alla vicenda ‘Russiagate' il Comitato, nell'odierna seduta ha constatato che non vi sono elementi di novità tali da richiedere ulteriori approfondimenti", ha detto il presidente del Copasir, il senatore Adolfo Urso.

"Missione medici russi in Italia non fu spionaggio"

Conte, intervistato da Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7, è tornato anche sulla missione russa in Italia, che era stata autorizzata dal suo governo durante la prima fase della pandemia, sulla quale ancora adesso alcune forze politiche chiedono chiarimenti, alla luce di alcuni elementi emersi da diversi articoli giornalistici: "La missione russa a marzo 2020 non ha mai travalicato i confini sanitari. Putin disse che erano unità specificamente attrezzate e non sono emersi elementi di spionaggio. Ho comunque predisposto tutti i nostri comparti perché seguissero la delegazione russa, perché la confinassero e prendessero le giuste precauzioni. Altrimenti avremmo dovuto respingerli".

"Le autorità sanitarie di Bergamo – ha aggiunto – mi dissero che la delegazione era stata confinata all'ospedale da campo ma mi dissero che era stata molto utile, nel luogo dove in quel momento c'erano le bare, dove stava accadendo una tragedia…" 

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