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Referendum, Cappato: “Giudizio Consulta è stato politico, Amato ci ha trattati come incapaci”

L’Associazione Luca Coscioni replica al Presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato: “La conferenza stampa del presidente della Consulta Giuliano Amato di ieri è stata al 100% politica”.
A cura di Annalisa Cangemi
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I comitati promotori dei referendum sull'eutanasia e sulla cannabis hanno sono intervenuti in conferenza stampa dopo ilverdetto della Corte Costituzionale, che ha stoppato i due quesiti referendari. Presenti Marco Cappato, Riccardo Magi e Filomena Gallo, Antonella Soldo, Marco Perduca, Antonella Soldo (MeglioLegale).

"Necessaria conferenza stampa a seguito dell'intervento del presidente Giuliano Amato. Non abbiamo ancora le motivazioni della sentenza. C'è un comunicato stampa della Corte che evoca la tutela delle persone più fragile, a proposito del giudizio di ammissibilità sul referendum eutanasia", ha detto Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni. "I comitati promotori sono stati trattati con disprezzo come se noi fossimo una banda di incapaci",

"È cosa nota che la Costituzione indica chiaramente le materie escluse dai referendum. Ascoltando la conferenza stampa del Presidente Amato abbiamo capito che si è trattato di una sentenza politica, con l'intento di minare la credibilità e la reputazione dei comitati promotori dei referendum, a cui è stata attribuita l'incapacità tecnica di scrivere i quesiti referendari e anche di avere preso in giro i cittadini. Apprendiamo sui giornali che il giudizio nella Corte non è stato unanime, e alcuni tra i massimi costituzionalisti italiani ritenevano che questi quesiti fossero ammissibili. Ma ciò che è più grave è che Amato ha detto delle cose non vere. Noi vogliamo andare ai fatti. La prima accusa politica che è stata fatta dal Presidente è di avere barato sui titoli dei quesiti".

"Il fatto che i quesiti che sarebbero stati posti in votazione sono scritti non dai comitati ma dalla Corte di Cassazione. Non dovevamo chiamarla cannabis legale o eutanasia legale? La nostra campagna si chiama così, il termine eutanasia non è un termine giuridico. La Corte di Cassazione ha preso il quesito e gli ha dato un titolo".

Nel quesito sulla cannabis "non è prevista nessuna legalizzazione della cocaina, su cui potremmo aprire un dibattito, e nessuna legalizzazione dell'eroina, su cui potremmo aprire un altro dibattito.Il titolo usato correttamente della Corte di Cassazione che sarebbe andato al voto degli italiani conteneva il termine ‘sostanze'".

Abbiamo chiesto disperatamente che venisse spiegato il contenuto dei referendum. Il referendum cannabis legale è un nome politico. Sostenere che questi referendum avrebbero turlupinato i cittadini è un'operazione scorretta che non ha appigli giuridici, è una dichiarazione di ostilità nei confronti dei comitati", ha aggiunto Marco Cappato.

"Questo era un giudizio di ammissibilità, la Corte o il Parlamento avrebbero potuto successivamente intervenire sulla norma. Anche se fosse stato vero che una persona che ha bevuto un po' troppo avrebbe potuto ammazzarne un'altra che ha bevuto un po' troppo, il referendum sarebbe stato ammissibile. Quella persona sarebbe condannata per omicidio volontario, non per omicidio del consenzienti. Sono esclusi i minori, e rispondiamo al presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, che ha chiamato in causa i ragazzi che fanno le sfide su TikTok. Ma Amato ha usato un esempio falso, e la stessa cosa è accaduta sul referendum sulla cannabis, dicendo che il referendum interveniva su altre droghe. È falso, perché si autorizzava solo la cannabis, che si può consumare dopo la coltivazione. Strafalcioni presentati come verità a insinuare l'impreparazione dei massimi costituzionalisti italiani che hanno redatto questi referendum. Per questo la conferenza stampa di Amato di ieri è stata al 100% politica. Su cosa hanno discusso i giudici? Sulla base delle card e dei siti dei comitati promotori?".

"Pare che più delle ragioni di ammissibilità previste dalla Corte Costituzionale abbiano prevalso ragioni di merito. L'espressione ‘eutanasia legale' avrebbe ingannato i cittadini, dice Amato, e dobbiamo replicare. La denominazione è stata data dalla Corte di Cassazione. I moduli di raccolta firme per legge devono riportare l'intero quesito referendario, quindi le persone che sarebbero andate a votare lo avrebbero fatto in modo informato. L'eutanasia attiva è un atto punito con il reato di omicidio del consenziente", ha detto l'avvocata Filomena Gallo, segretaria nazionale dell'Associazione Luca Coscioni.

"Amato ha ammesso che il verdetto è stato un giudizio di merito, che non dovrebbe interessare alla Corte in fase di giudizio di ammissibilità. Il Presidente Amato ha fatto riferimento ai casi che andrebbero oltre all'omicidio del consenziente, ma ne ha portato uno, sbagliato: il giovane ubriaco che chiede all'amico di ucciderlo. Il reato rimane contro un minore di 18 anni, che si trova in una condizione di ‘deficienza psichica', o che è sotto l'effetto di sostanze, questo è omicidio doloso. E con il nostro quesito referendario questo rimaneva intatto. Noi dell'Associazione Coscioni abbiamo avuto in mente le persone da tutelare, e quindi quella preoccupazione espressa dalla Consulta è incomprensibile", ha aggiunto.

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