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La vera storia del leghista di Lesina che perde da unico candidato alle elezioni comunali

A Lesina (Foggia) oltre che per il referendum e le elezioni regionali, si votava anche per le amministrative. Primiano Di Mauro, candidato della Lega, era l’unico ad essersi presentato. Ma per soli 58 voti non indosserà la fascia tricolore: infatti non è stato raggiungo il quorum del 50% +1. Un risultato, va detto, pressoché impossibile da raggiungere nel momento in cui corre una sola lista. Alcuni comitati che non sono riusciti a mettere in piedi un’alternativa hanno infatti comunque invitato gli elettori a non votare per le elezioni Comunali. Se ne riparla alle prossime votazioni, probabilmente in primavera.
A cura di Annalisa Girardi
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L'unico candidato in corsa per la carica di primo cittadino a Lesina non è stato eletto sindaco. Nel Comune foggiano, oltre che per il referendum e le elezioni regionali, si votava anche per le amministrative, ma il candidato della Lega, unico ad essersi presentato, per soli 58 voti non indosserà la fascia tricolore. Infatti non si è raggiunto il quorum, condizione necessaria affinché le elezioni fossero considerate valide. Ai seggi si è recato il 49% degli aventi diritto: non abbastanza per nominare un nuovo sindaco e rinnovare il consiglio comunale. Si dovrà quindi tornare al voto, probabilmente la prossima primavera.

A fine agosto, in occasione della presentazione delle liste, il leader della Lega, Matteo Salvini, aveva dichiarato entusiasta: "Un sindaco pugliese lo abbiamo già eletto ancora prima del confronto elettorale". Si riferiva a Primiano di Mauro, unico candidato a Lesina, Comune in provincia di Foggia, con la lista civica Lesina Azzurra. Una lista di centrodestra a trazione leghista. Affinché la votazione fosse valida, tuttavia, doveva recarsi a votare il 50% +1 degli aventi diritto. Un dato praticamente impossibile da raggiungere, anche contando che i comitati astensionisti "L'Altra Lesina" e "No Quorum" hanno invitato i cittadini a non ritirare la scheda delle amministrativa una volta ai seggi.

Su 5.748 aventi diritto, avrebbero dovuto votare a favore di Di Mauro 2.874 persone per assicurargli la vittoria. Risultato che, come detto, è stato mancato solo per 58 voti. Bisogna anche fare un'altra considerazione: e cioè che in Comuni così piccoli una parte degli astenuti è spesso rappresentata da residenti che vivono e lavorano in altre città e che non sono tornati a casa per votare (che quest'anno potrebbero essere di più del solito anche a causa dell'emergenza Covid). O addirittura si sono trasferiti in altre nazioni, iscrivendosi all'Aire e rimanendo nelle liste elettorali del proprio Comune.

L'affluenza per le elezioni comunali si è fermata al 49,01%. Un risultato comunque rilevante, a cui sarebbero mancati solo 58 voti per raggiungere il quorum. L'affluenza per le elezioni regionali si è invece attestata al 52,99% e quella per il referendum al 60,52%. Il che significa che diversi elettori di Lesina si sono recati alle urne ma hanno deciso di non votare per le amministrative. Alla fine ha quindi vinto il "partito dell'astensione", promosso dai comitati che, nonostante non siano riusciti a mettere in piedi una lista da contrapporre al candidato della Lega, hanno comunque chiesto ai cittadini di non ritirare la scheda delle comunali, ottenendo successo.

Primiano Di Mauro, già vicesindaco, non sarà quindi il primo cittadino di Lesina e il Comune va verso il commissariamento fino a nuove votazioni.

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