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Grillo risponde a Conte: “Io ho una visione padronale? Tu vuoi demolire i valori democratici del M5s”

Con una lettera il Garante e fondatore del M5s risponde al presidente Giuseppe Conte: “Mi accusi di avere una visione padronale del movimento e contraria suoi valori democratici. Ma se proprio vogliamo parlare di atteggiamenti contrari ai valori democratici del movimento, questi sono da trovare nelle manovre striscianti con cui si sta tentando di demolirne i presidi, invocando ipocritamente un presunto processo democratico”. Il riferimento è all’Assemblea Costituente che si svolgerà entro novembre.
A cura di Annalisa Cangemi
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Non sembra che sia ancora arrivato il tempo per una tregua tra il leader del M5s Giuseppe Conte e il Garante Beppe Grillo, che da luglio discutono del futuro del Movimento. Pomo della discordia è l'imminente Assemblea Costituente lanciata da Conte, inizialmente prevista per la seconda metà di ottobre, poi rimandata a novembre, a data da destinarsi, per motivi tecnici, spiegano fonti del M5s, ovvero per elaborare tutti i contributi ricevuti.

Secondo Beppe Grillo ci sono alcuni capisaldi del M5s che non potrebbero essere toccati, primo fra tutti la regola del limite dei due mandati, ma anche nome e simbolo non potrebbero essere rivisti. Questo il contenuto di una diffida che l'ex comico ha inviato a Conte lo scorso 5 settembre. Il botta e risposta a distanza è culminato nella ‘minaccia' da parte di Conte di sospendere a Grillo il compenso che riceve per la comunicazione, 300mila euro.

Nella lettera pubblicata ieri, Conte prima ha ricordato i poteri di Grillo, che riguardano la "custodia dei valori fondamentali dell'azione politica del movimento e il potere di interpretazione autentica, non sindacabile, delle norme statutarie". Ma poi li ha circoscritti: sono formule "altisonanti" – ha sottolineato Conte – ma "si risolvono in una moral suasion" e "di certo non si estendono all'esercizio di un supposto diritto di veto". In sintesi secondo Conte la legge attribuisce "all'Assemblea degli iscritti un potere sovrano". Un modo per neutralizzare ogni pretesa di Grillo.

"Nessuna norma statutaria – ha scritto il presidente Conte – è sottratta a possibili modifiche e/o revisioni", dalla Carta dei principi e dei valori al simbolo, al nome, alla regola del limite del doppio mandato che tra l'altro è "contenuta nel Codice Etico – ha sottolineato Conte rivolgendosi a Grillo – in sé sottratto al tuo potere di interpretazione autentica". Quindi l'avvertimento: "Questa tua condotta, con connessi accenni a futuri contenzioni legali e a potenziali scissioni", e le tue "esternazioni sono del tutto incompatibili con gli obblighi da te specificamente assunti nei confronti del Movimento" e "stanno accreditando agli occhi della opinione pubblica una concezione dominicale", padronale, "del Movimento", rischiando "di appannare le energie e l'entusiasmo che questo processo costituente sta liberando".

La risposta di Grillo a Conte

Il Foglio ha pubblicato in esclusiva la lettera di replica che Grillo ha inviato al presidente Giuseppe Conte, in cui non commenta l'ipotesi di scissione, ma risponde sulla possibilità che possano essere sospesi i suoi compensi. Ecco il testo:

Caro Giuseppe,

mi scrivi accusandomi per l’ennesima volta – dopo averlo fatto più volte pubblicamente – di avere una visione padronale del movimento e contraria suoi valori democratici. La verità è che, al contrario, ho sempre inteso tutelare i valori democratici su cui il movimento è stato fondato. Dunque, se proprio vogliamo parlare di atteggiamenti contrari ai valori democratici del movimento, questi sono da trovare nelle manovre striscianti con cui si sta tentando di demolirne i presidi, invocando ipocritamente un presunto processo democratico, che, come sai bene (ma fingi di non sapere) non può prescinderne.

Le ragioni per cui è in corso un tentativo di demolire i presidi democratici del movimento sono peraltro ben note, e non rispondono certo ai suoi valori democratici, ma agli interessi di pochi. Vorrei però tenermi alla larga dal girone in cui alcuni di voi sembrano essere sprofondati, per condurvi lungo la natural burella e farvi rivedere le nostre prime stelle, partendo dagli inizi del movimento, che nasce innanzitutto per realizzare una democrazia più autentica e vicina ai cittadini.

In un mio post recente ho ricordato che Gianroberto e io abbiamo voluto prevenire i rischi delle altre forze politiche, che tendevano a sclerotizzarsi e alienarsi dai cittadini. Il limite del doppio mandato nasce proprio dalla volontà di prevenire questi rischi. Dunque, sostenere che l’insindacabilità di certe regole sia incompatibile con i valori democratici del movimento è non solo un ovvio controsenso, ma è addirittura un ribaltamento della realtà, che rivela, viceversa, le reali intenzioni di chi invece vorrebbe metterle in discussione.

Sicché, accusarmi di una visione padronale del movimento non è altro che lo specchio delle intenzioni di altri. Al contrario, ribadire l’importanza di certe regole equivale a difenderne i suoi valori democratici. Tant’è vero che nessun’altro fondatore di una forza politica ha mai avuto il coraggio, l’altruismo e la fantasia di non porsi al suo vertice, ma solo di ritagliarsi un ruolo di garanzia, come abbiamo fatto Gianroberto e io.

In questi giorni stiamo assistendo allo spettacolo delle tempeste ormonali di commentatori eccitati al pensiero di ciò che potrebbe accadere, che speculano su battaglie, scissioni, contese sul nome e sul simbolo, e così via. È uno spettacolo che francamente non m’interessa, e che trovo nauseante, perché il suo risultato sarebbe comunque dannoso per tutti. Quindi mi auguro che non sia messo in scena. Ciò posto è ormai diventato irrinunciabile tornare ai veri valori democratici del movimento, senza operazioni funzionali all’interesse di pochi. Il fatto che si cerchi di impedirlo con il metodo di legittimazione popolare tipico delle autocrazie non è certo un buon segno, ma quale che sia il suo risultato non potrà certo tradire i tratti distintivi e i valori del movimento, a prescindere dalla titolarità del nome e del simbolo, che peraltro è già stata accertata giudizialmente.

Concludo rispondendo alla tua minaccia di sospendere gli impegni assunti dal movimento nei miei confronti, questa sì indegnamente strumentale e indebita, essendo essi strettamente legati alle funzioni che ho svolto e continuo svolgere per il movimento. Nella mia qualità di “elevato” mi astengo dal scendere così in basso rispondendo a tono, ma mi limito a osservare che gli impegni di manleva sarebbero comunque dovuti, a prescindere da un impegno contrattuale in tal senso, mentre i miei “compensi” – che in realtà, come sai, coprono anche i costi d’ufficio della funzione che svolgo per il movimento – sono non solo congrui per la mia funzione e i relativi costi, ma lo sono a maggior ragione nel momento in cui è in corso un tentativo di stravolgere l’identità e i valori del movimento.

Alla luce di quanto sopra mi riservo di valutare il da farsi, eventualmente anche sottoponendo le tue minacce agli organi competenti del movimento. Ne approfitto per invitarti, piuttosto, a rispondere quanto prima alle mie richieste di chiarimenti sul processo che porterà alla assemblea “costituente” del prossimo ottobre.

Cordialmente

Beppe

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