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Dl Rave, Ronzulli dice no al reintegro dei medici No Vax: “Non è uno strappo, nessuna spaccatura”

La capogruppo di Forza Italia al Senato Licia Ronzulli ha spiegato così il suo No al dl Rave, che all’articolo 7 prevede la possibilità di far tornare sul posto di lavorare il personale sanitario sospeso per non essersi vaccinato contro il Covid: “È una battaglia che ho combattuto per tutelare la salute dei cittadini e la sicurezza del servizio sanitario. Oggi non posso tornare indietro”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La capogruppo al Senato Licia Ronzulli ha votato in dissenso dal gruppo di Forza Italia al Senato sulla norma contenuta nel decreto Rave che dà l'ok al reintegro dei No Vax. Ma il suo ‘No', ci tiene a sottolineare la parlamentare, non è segno di una spaccatura nella maggioranza.

Lo aveva preannunciato ieri nell'Aula di Palazzo Madama, dichiarando la sua intenzione di non votare l'articolo 7 del decreto anti Rave, cioè quello appunto sulla possibilità dei medici No Vax di essere reintegrati nel posto di lavoro. La parlamentare ha spiegato di parlare "a titolo personale" perché il resto del gruppo si è espresso "in linea con quelle che sono state le decisioni della maggioranza". Quella di rendere obbligatoria la vaccinazione soprattutto per il personale sanitario, infatti, ricorda che è sempre stata "una sua battaglia". Durante i momenti più critici della pandemia la parlamentare azzurra ha anche spinto a favore dell'obbligo vaccinale per il personale scolastico, oltre che per l'obbligo vaccinale per i medici. Per le sue posizioni a sostegno della vaccinazione obbligatoria Ronzulli ha anche ricevuto pesanti minacce.

Silvio Berlusconi avrebbe voluto la sua fedelissima a capo del dicastero della Salute, ma sembra che siano state proprio le posizioni della parlamentare azzurra sul Covid e a favore dell'obbligo vaccinale ad averle sbarrato la strada. Anche per questo Ronzulli si è espressa contro l'articolo 7 del decreto che introduce il nuovo reato di Rave illegale, che anticipa il reintegro dei sanitari non vaccinati e contiene – grazie a un emendamento della Lega – il rinvio del pagamento delle multe per over 50, docenti, operatori sanitari e forze dell'ordine che non si sono immunizzati.

"Esprimo un certo travaglio per l'unico aspetto negativo di un provvedimento condivisibile sotto molti punti di vista", ha precisato Ronzulli. "Siamo stati noi con la mia proposta di legge ad aver voluto l'obbligatorietà dei vaccini per i medici", ha rivendicato.
"Si tratta ovviamente di una posizione personale – ha sottolineato – per questo il gruppo di FI voterà con il resto della maggioranza, ma io non parteciperò al voto sull'articolo 7 né a quello sull'intero provvedimento". 

Il suo ‘No' ha sollevato polemiche e malumori tra gli alleati. "Non entro nel merito, il parlamentare e anche un capogruppo è libero di votare come ritiene. Ma da vecchio navigante del Parlamento non ho mai visto un capogruppo votare il contrario del suo gruppo. Tutto è lecito ma è strano, veramente strano", ha commentato il presidente del Senato, Ignazio La Russa, intervistato da ‘Quarta Repubblica' su Rete 4.

Anche l'opposizione ha letto l'intervento di Licia Ronzulli in Aula come il chiaro segnale di rapporti ormai ridotti ai minimi termini: "La maggioranza va in pezzi sul decreto Rave. Ha ragione la capogruppo FI, Licia Ronzulli, che non parteciperà al voto a causa della norma che interrompe l'obbligo vaccinale anti-Covid per il personale sanitario e che sospende le sanzioni per l'inadempimento dell'obbligo vaccinale per gli over 50", ha detto la capogruppo Pd al Senato, Simona Malpezzi, aggiungendo che "si tratta di una scelta incomprensibile che lede il diritto alla salute e punisce chi si è comportato responsabilmente durante la pandemia, ma è un fatto politico rilevante: la stessa maggioranza certifica che questo è un decreto assurdo che mette in luce la superficialità e la confusione dell'esecutivo. Le liti sulla legge di bilancio e sul decreto rave dimostrano che questa è una maggioranza tutt'altro che solida". 

Oggi Ronzulli è tornata sulla questione, in un'intervista al Giornale: "Capisco bene il tentativo delle minoranze di alimentare spaccature che non esistono e di strumentalizzare il mio travaglio interiore su un provvedimento che condivido in tutto tranne che per la parte riguardante il reintegro anticipato dei medici no vax. Nel mio intervento in Aula ho detto chiaramente che la mia posizione è a titolo personale, ho sottolineato che la lealtà incondizionata verso il governo non può né deve essere messa in discussione e ho dato mandato al gruppo di Forza Italia di votare compatto a favore del decreto. La maggioranza è sana e coesa e non sarà certo il singolo voto di coscienza di un singolo senatore a creare problemi. Tra l'altro, avevo anticipato la mia posizione al presidente Berlusconi e al capo delegazione di Forza Italia al governo, Tajani".

"Sono stata io ad ispirare, con una mia proposta di legge, il decreto del governo in materia di obbligatorietà dei vaccini per gli operatori sanitari. È una battaglia che ho combattuto per tutelare la salute dei cittadini e la sicurezza del servizio sanitario. Oggi non posso tornare indietro e dire sì al reintegro di chi ha deciso di non sottoporsi a vaccinazione. Non è stata una decisione semplice, ma ne va della mia storia e della mia credibilità".

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