Cosa sappiamo finora sul piano salva casa di Salvini e perché si parla di condono edilizio
Sta facendo molto discutere l'annuncio di Matteo Salvini che presto il governo lavorerà su un piano definito "salva casa", per regolarizzare le "piccole difformità interne" edilizie. L'unica comunicazione ufficiale finora è quella del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, guidato appunto da Salvini, che in un comunicato stampa ha parlato di una proposta che porterà a sanare irregolarità che riguardano l'80% degli immobili italiani.
Lo stesso ministero ha sintetizzato i contenuti dell'intervento in alcune slide mostrate alle associazioni di categoria, che permettono di farsi una prima idea dei contenuti. Non si tratta, però, di un testo ufficiale e nemmeno di una bozza. In un ambito così tecnico come quello delle normative edilizie, bisognerà aspettare delle indicazioni più precise per capire definitivamente di cosa si parla, e se l'accusa di "condono" sia giustificata.
Cosa si sa sul piano per sanare le difformità
Secondo quanto emerso finora, si parla di tre livelli di irregolarità diversi su cui si potrebbe intervenire. Le difformità di natura formale, cioè i casi in cui i lavori portano a un risultato leggermente diverso da quello inizialmente progettato. Le difformità interne, ovvero quelle che riguardano nuove porte, tramezzi spostati, soppalchi, finestre, muri e altre modifiche all'interno dell'immobile che non aumentano i metri quadri. E infine le difformità che avrebbero potuto essere risolte nel momento in cui i lavori sono stati fatti, ma oggi sono irregolari, e quindi non rispettano il principio della doppia conformità (essere in regola sia per gli standard in vigore al momento della costruzione, sia per quelli attuali).
Come già avvenuto in passato, il resto della maggioranza ha reagito in modo tiepido alla proposta. Sia Giorgia Meloni che Antonio Tajani hanno detto di non aver ancora letto il testo, e quindi di non poter commentare nel merito. Entrambi hanno definito "ragionevole" un intervento sulle piccole conformità – anche perché Forza Italia ha già depositato da mesi una proposta di legge che va in questa direzione – ma hanno allontanato con forza l'idea di un "condono edilizio".
Perché si parla di condono edilizio
Proprio parlando di condono le opposizioni hanno attaccato, accusando Salvini e la maggioranza di volersi guadagnare i voti di chi ha commesso abusi edilizi. Per definizione, un condono edilizio è un atto che permette a chi ha commesso un abuso di mettersi in regola senza subire conseguenze penali e senza dover rinunciare all'immobile o alla modifica ‘abusiva', ma semplicemente pagando una certa somma. Al contrario, a grandi linee, una sanatoria si limita a regolarizzare – sempre in cambio di un pagamento – un intervento che non era vietato dalle norme vigenti, ma che ha delle mancanze tecniche, ad esempio non ha ricevuto il titolo abilitativo necessario.
Finora, tutti gli esponenti della maggioranza interpellati sul tema hanno assicurato che non ci sarà alcun condono, e che nel caso si tratterà di sanare delle modifiche di piccola entità. Oggi, il ministro Salvini ha dichiarato che si sta lavorando "non per condonare abusi esterni, ma per aiutare milioni di famiglie che non riescono a comprare o a vendere casa loro", ribadendo quindi che nella sanatoria ‘salva casa' non dovrebbe rientrare nessuna modifica che aumenta i metri quadri di un edificio. Fino a quando non ci sarà un testo ufficiale, però, non è possibile sapere con certezza se sarà davvero così.
Le difformità interne sono "un problema che riguarda la maggior parte delle case italiane e sta bloccando gli uffici comunali. Per quanto mi riguarda va regolarizzato: il cittadino paga, il Comune incassa, e il mercato riparte. Mi sembra una cosa assolutamente ragionevole, che ovviamente non riguarda le zone sismiche, archeologiche o le ville abusive sulle spiagge", ha affermato Salvini.
Quando entrerà in vigore la sanatoria di Salvini
Sui tempi non c'è certezza, "appena il testo sarà definito verrà presentato a tutti", ma Salvini ha escluso che la riforma possa essere inglobata nel disegno di legge già presentato da Forza Italia: "Bisogna far veloce, siamo alla quinta riunione con decine di soggetti, lo stiamo costruendo insieme agli ingegneri, agli architetti, ai geometri, ai notai, alle cooperative, alle imprese, ai piccoli proprietari". Sarà quindi un decreto legge, che a differenza di un ddl entrerebbe in vigore subito e potrebbe portare i suoi benefici – anche sul piano elettorale – già prima delle elezioni europee di giugno.