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Rivoluzione in Inghilterra: in pensione a 55 anni chiedendo tutti i contributi

E’ entrata in vigore la riforma Cameron: i lavoratori che hanno compiuto 55 anni potranno usare come vogliono i propri soldi accumulati durante la carriera. Secondo i critici il rischio è che molti spendano tutto subito e si ritrovino in difficoltà in età avanzata.
A cura di Biagio Chiariello
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Nel Regno Unito entra in vigore la nuova rivoluzionaria riforma delle pensioni. Da oggi, ciascun lavoratore con 55 anni di età potrà ritirare subito l’ammontare dei contributi annui da lui versati in tutta la carriera, e spenderlo o reinvestirlo come meglio crede. In base alla nuova legge, un quarto sarà "tax free", mentre i restanti tre quarti saranno sottoposti a tassazione ordinaria. Ovviamente chi sceglie di incassare tutto subito non avrà più diritto all’assegno previdenziale. Il governo Cameron confida nel provvedimento come uno strumento indispensabile per attivare la spesa delle famiglie, con la speranza che sia indirizzata soprattutto agli investimenti e dia una ulteriore spinta alla crescita economica.

Non tutti però vedono bene la nuova riforma. The Guardian, ad esempio, fa notare che, a queste condizioni, la convenienza dell’operazione è opinabile: considerando che i tre quarti della pensioni saranno sottoposti a tassazione ordinaria del 40%, chi, ad esempio, abbia messo da parte 200mila sterline ne riceverà per esempio 50mila “pulite”, ma sulle altre 150mila dovrà versarne circa 53.600 di tasse. Altri evidenziano come i lavoratori che oggi decidono di intascare tutti i propri contributi, domani rischiano di ritrovarsi completamente impoveriti in età avanzata.

In realtà, come scrive l’Ansa, il primo a chiedere i propri contributi al Tesoro di Sua Maestà britannica è stato Michael Dunn, un ragioniere di 57 anni del Devon: i suoi soldi per la pensione finanzieranno il restauro del tetto della chiesa del suo comune. Non tutti spenderanno però i loro contributi pensionistici per investimenti  simili, o comunque utili a mantenersi in vecchiaia. In molti, dicono i detrattori della riforma, li useranno semplicemente per pagarsi auto o vacanze di lusso. Altri  pensano di ritirare i propri risparmi per il futuro e finanziare una nuova vita all’estero, magari in Paesi con un clima più mite della piovosa Gran Bretagna o dove l’economia è attualmente più florida, come l’Australia, la Nuova Zelanda o il Sud est asiatico.

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