L’aggressione subita dal nostro reporter Alessio Viscardi è solo l’ultimo, ennesimo atto di intimidazione nei confronti dei giornalisti che cercano di raccontare il nostro paese.
La “colpa” di Alessio è stata quella di essersi recato presso l’elipista “Elicast” – dalla quale è partito l’elicottero che ha lanciato i petali sul corteo del funerale di Vittorio Casamonica – a Terzigno. Alessio avrebbe voluto, semplicemente, chiedere lumi circa quel volo partito dalla provincia di Napoli e sulla sospensione da parte dell’Enac del brevetto di volo al pillota.
Avrebbe voluto chiedere come mai aveva sorvolato Roma nonostante il divieto per gli elicotteri monomotore, avrebbe voluto chiedere come mai l’agenzia funebre di Roma si era rivolta proprio a loro, una pista a oltre 200 km dalla Capitale nel mezzo dell’hinterland campano. Avrebbe voluto fare domande ma non gli è stato permesso.
Non gli è stato permesso perché minacciato di morte – come si sente anche nel video -, non gli è stato permesso perché gli sono stati chiesti i documenti e sono stati fotografati per “venirti a prendere” fino sotto casa.
E’ questo il clima di paura in cui si muove chi cerca di fare domande. A Napoli, come nel resto d’Italia. La paura di essere picchiati, seguiti, uccisi.
La paura di non poter raccontare perché si è soli.
Per questo il giornale si stringe attorno ad Alessio, perché almeno noi di Fanpage non lo lasceremo mai solo.