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Nel 2016 gli italiani hanno speso 95 miliardi in giochi d’azzardo: + 7% rispetto al 2015

Nel giro di un anno, dal 2015 al 2016, la raccolta lorda totale riferibile al gioco d’azzardo legale è cresciuta del 7% circa, arrivando a toccare quota 95 miliardi di euro. Da una ricerca condotta da Ipsad nel 2015, in Italia risultano affetti da ludopatia circa 256mila giocatori, mentre sarebbero oltre 16 milioni le persone che hanno giocato almeno una volta in un anno.
A cura di Charlotte Matteini
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Nel 2016 gli italiani hanno speso 95 miliardi di euro in gioco d'azzardo. Una cifra di per sé esorbitante, che diviene ancor più esagerata guardando l'incremento annuo rispetto al 2015, pari al +7%. Novantacinque miliardi di euro rappresentano circa il 4,4% del prodotto interno lordo italiano, una cifra superiore a quanto investito nel settore dell'Istruzione dallo Stato, percentuale che si ferma poco oltre il 4%. Nonostante la lotta al gioco d'azzardo intrapresa da numerosi comuni italiani, che attraverso le ordinanze hanno imposto dei limiti all'installazione di slot machine, per fare un esempio, il giro d'affari del gioco d'azzardo continua a crescere a ritmo incessante. Il 31 dicembre scorso, il cardinal Angelo Bagnasco ha lanciato un monito contro il fenomeno sostenendo che "l'affare azzardo rende più di 88 miliardi di euro all’anno: è stato studiato per far perdere, produce povertà e malattia".

Quegli 88 miliardi, dato che riferisce alla raccolta lorda del 2015, sono diventati 95, un vero e proprio record. Solo 10 anni fa, nel 2006, la quota di raccolta lorda del gioco d'azzardo era pari a 35 miliardi di euro. Sciorinati i dati, però, rimane da considerare un dettaglio: dalla cifra relativa alla raccolta lorda, ovvero i soldi materialmente spesi dagli italiani in giochi d'azzardo, andrebbe sottratta la quota di vincita che viene restituita ai giocatori: per il 2015, ad esempio, degli 88 miliardi spesi, circa 71 sono tornati nelle tasche dei giocatori, per una spesa reale pari a 17 miliardi di euro, come spiega l'Aams, l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato.

 

Secondo alcune stime, il 54,4% circa degli italiani, quasi 30 milioni di persone, ha giocato d'azzardo almeno una volta.  Secondo invece lo studio Ipsad del 2015, condotto dalla Sezione di Epidemiologia e Ricerca dell’IFC-CNR di Pisa, il numero di giocatori d'azzardo italiano sarebbe pari a 16 milioni di persone, di cui l’80% circa è rappresentato dai giocatori “sociali”, ovvero non a rischio, altri 2 milioni di giocatori sarebbero invece a "a basso rischio",circa 900 mila sono classificati a "rischio moderato o alto", mentre i restanti 256 mila risultano essere affetti da ludopatia, ovvero un disturbo corpontamentale che li porta a sviluppare una vera e propria dipendenza nei confronti del gioco d'azzardo.

Da una parte la vorticosa crescita del settore, dall'altra una proposta di legge che mira a regolamentare severamente il gioco d'azzardo legale imponendo il divieto di pubblicità e la riduzione delle slot machine sul territorio nazionale, sostenuta dal deputato del Partito Democratico Lorenzo Basso: "Di fronte a questi dati davvero non si capisce la ritrosia degli operatori ad accettare le nostre proposte: divieto assoluto di pubblicità e riduzione drastica, se non l’abolizione, degli apparecchi da gioco dai bar, dalle tabaccherie, da tutti i luoghi non dedicati", spiega il parlamentare, riferendosi alla proposta di legge che in seguito a numerose battute d'arresto risulta al momento calendarizzata per la fine di gennaio 2017, nonostante al momento manchi ancora l'accordo della Conferenza Stato – Regioni e gli operatori di settore abbiano protestato ampiamente, sostenendo che la progressiva regolamentazione del gioco d'azzardo avrà come unico effetto non quello di sanare la situazione attuale, ma di arrivare a una pressoché totale abolizione del settore, riportando queste attività nelle mani della criminalità organizzata.

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