«Strumentalizzare», lo dice il vocabolario, significa «considerare qualcosa o qualcuno come uno strumento e servirsene per i propri scopi». E quale sarebbe lo scopo dei giornali e dei cittadini nel chiedere al Comune di Napoli nella persona del sindaco Luigi de Magistris lumi non sulla morte del piccolo Ivan, annegato nelle acque antistanti il lungomare partenopeo, bensì sullo stato di sicurezza di quello specchio d'acqua da tutti conosciuto come "Lido Mappatella", spiaggia pubblica e insicura per i meno abbienti? Ieri sera il vicesindaco partenopeo Tommaso Sodano in una dichiarazione diffusa ai media su quella zona della città ha ricordato che «trattandosi di spiaggia libera priva di un servizio di salvataggio, così come disposto da ordinanza della Capitaneria di Porto, il Comune è tenuto a dare informazione agli utenti con apposita segnaletica, come realizzato presso la Rotonda Diaz dove, infatti, è presente un cartello comunicante ‘attenzione: balneazione non sicura per mancanza di apposito servizio di salvataggio» e che «di questo è informata anche l'Autorità marittima territorialmente competente con cui si è concordato, inoltre, il posizionamento stesso del cartello». Basta la pilatesca affermazione a far considerare archiviata la questione? Un ragazzino di 13 anni è morto ed è il rispetto verso una morte così prematura – della quale, ripeto, non conosciamo ancora le cause precise e sulla quale c'è aperto un fascicolo in procura per omicidio colposo – a imporre certe preoccupazioni. Lo chiedono i tanti cittadini che frequentano quel posto e basta farsi un giro alla rotonda Diaz per raccogliere i loro timori.
Le tragedie di Napoli e le risposte del sindaco De Magistris
«Amareggia, infatti, questo paventare l'immagine di una città totalmente insicura per chi la vive o la frequenta, in assenza per altro di un quadro certo circa le circostanze e le dinamiche che hanno determinato questo tragico evento» rincara la dose il vicesindaco di Napoli Sodano. E qui davvero siamo al sovvertimento della realtà, alla sua distorsione. Se l'Amministrazione comunale di Napoli è quasi percepita come una distopia perfetta – soprattutto da coloro che vollero, sostennero e votarono Luigi de Magistris alle Amministrative 2011 – è probabilmente perché la lunga sequenza di errori, le epurazioni di mezza giunta, le mancate promesse, la boria nel non ammettere alcun errore hanno lasciato il segno. Le tragedie accadute in questi mesi, delle quali la magistratura accerterà le responsabilità, vale a dire la morte di Cristina Alongi uccisa da un albero caduto in via Aniello Falcone, quella di Salvatore Giordano, ucciso da un cornicione caduto dalla Galleria Umberto I e quella di Ivano Iazzetta, annegato davanti alla Rotonda Diaz, sono il carico da cento in una situazione già gravemente compromessa.
E dunque: chi strumentalizza cosa? E soprattutto, perché dovrebbe? L'ombra dei poteri forti e delle massomafie sventolata nei giorni pari e nei giorni dispari dall'Amministrazione De Magistris è la foglia di fico alla quale nessuno può più credere. Si rassegni, il sindaco di Napoli, lo faccia il suo vice: al primo cittadino della terza città d'Italia verrà chiesto anche di spiegare come si può non garantire sorveglianza in un'area che durante la campagna elettorale fu, quello sì, strumento di propaganda estrema. Nel 2012 fu o no De Magistris a farsi il bagno a "Mappatella beach" con tanto di fotografi al seguito? Fu lui a definire quella zona una «spiaggia libera con un mare unico, balneabile di qualità eccellente e un panorama unico al mondo» ?