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Madia conferma il blocco degli stipendi agli “statali”: “Non ci sono soldi per tutti”

Il ministro della pubblica amministrazione conferma il blocco degli stipendi ai dipendenti pubblici anche per il 2015: “In questo momento di crisi le risorse per sbloccare i contratti a tutti non ci sono”.
A cura di Davide Falcioni
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"In questo momento di crisi le risorse per sbloccare i contratti a tutti non ci sono". L'ha dichiarato Marianna Madia, ministro della Pubblica Amministrazione, spiegando che anche per il 2015 i lavoratori "statali" non percepiranno nessuna aumento di stipendio. Madia ha detto: "Prima di tutto il governo guarda a chi ha più bisogno, quindi confermiamo gli 80 euro, che vanno anche ai lavoratori pubblici". Le affermazioni del ministro non mancheranno di innescare dure reazioni da parte dei sindacati, che già da tempo avevano bollato l'ipotesi di un "blocco dei salari" come inaccettabile. L'esecutivo, tuttavia, ha tirato dritto, puntando su un recupero di 4-5 miliardi di euro all'anno: "I contratti – ha spiegato Madia – sono bloccati da quando è iniziata la crisi. Tutti insieme, governo e parti sociali, adesso dobbiamo portare il paese fuori dalla crisi. I dati dell'economia li abbiamo visti, in una situazione di crisi la cosa importante è l'alleanza con chi ha più bisogno".

CGIL: "Blocco dei salari inaccettabile"

A fine agosto la notizia di un blocco degli stipendi ai lavoratori della pubblica amministrazione era trapelata ed aveva allarmato non poco i sindacati, che in una nota congiunta si erano detti molto preoccupaci e fiduciosi di "una smentita da parte del presidente Renzi e della ministra Madia". Il governo, però, ha optato per il prolungamento del blocco anche per facilitare il lavoro del Ministero dell'Economia, che avrebbe intenzione di recuperare 16-17 miliardi di euro entro il prossimo anno ricorrendo a tagli alla spesa pubblica. Il problema è che gli stipendi dei dipendenti pubblici sono fermi dal 2010 e – da quell'anno – il risparmio portato alle casse statali è stato di 11 miliardi di euro. Per gli "statali" invece l'impoverimento è stato sostanzioso: 3,3 milioni di lavoratori si sono visti di fatto tagliare i salari del 15%: un valore che, secondo l'ultimo calcolo della CGIL, si è tradotto in 4mila euro in meno per ogni lavoratore. Si attende la nuova risposta dei sindacati che non escludono un autunno di mobilitazioni.

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