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Lucca, gli tolgono il rene sano al posto del malato: “Ora non ho più soldi per curarmi”

A Guido Dal Porto, 57 anni, durante l’intervento chirurgico al quale è stato sottoposto all’ospedale San Luca di Lucca 17 mesi fa, gli è stato asportato il rene sbagliato. Ora denuncia: “Non ho visto un euro, sto finendo i soldi per pagarmi le visite e mi sento anche preso in giro”.
A cura di Susanna Picone
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Sono trascorsi diciassette mesi da un clamoroso caso di malasanità che lo ha visto suo malgrado protagonista  ma lui, l’imprenditore lucchese di 57 anni Guido Dal Porto, denuncia di non aver avuto alcun sostegno da parte dell’Asl. Di non aver ottenuto nessuna forma di risarcimento, né morale né economica dopo che, all’ospedale San Luca di Lucca, gli hanno tolto il rene sano al posto di quello malato, colpito da tumore. E di trovarsi per questo in difficoltà. A raccogliere la denuncia di Dal Porto sono i quotidiani locali: “Sono passati diciassette mesi da quel maledetto giorno in cui in ospedale a Lucca mi hanno tolto per errore il rene sano, lasciandomi quello colpito dal tumore. Tutti pensano che l’Asl mi sia stata vicino dopo aver scoperto il clamoroso guaio che avevano combinato. Invece no, non ho visto un euro, sto finendo i soldi per pagarmi le visite e mi sento anche preso in giro – così il cinquantasettenne -. Hanno detto al mio avvocato che non vedono la necessità di anticiparmi una somma per le spese che sto sostenendo, visto che l’Asl formalmente non è neppure sotto processo, mentre lo sono i tre medici del ‘San Luca’ coinvolti”.

Il caso di malasanità nel 2016, a processo i medici – L’errore in sala operatoria risale all’aprile 2016. Per quella vicenda di malasanità sono ora sotto processo per lesioni personali gravissime l’urologo Stefano Torcigliani, l’aiuto chirurgo Giuseppe Silvestri e la radiologa Claudia Gianni. La prossima udienza è in programma il 12 ottobre. “Dall’ospedale avevano promesso di sostenermi, ma si sono volatilizzati. Vorrei ricordare all’Asl e alla Regione che da quasi un anno e mezzo sono rimasto con un pezzo di rene, salvato solo grazie al dottor Massimo Cecchi che eseguì un delicatissimo intervento conservativo sull’organo malato”, lamenta quindi Dal Porto, invalido al 90 percento e colpito anche da un diabete da stress.

"Non capisco se l’idea è di attendere che muoia" – “L’Asl aveva promesso di valutare a livello regionale la mia posizione in merito al risarcimento, ma c’è stato l’ennesimo rinvio per ragioni pretestuose. Burocrazia, credo. Ma adesso basta. Non capisco se l’idea è di attendere che muoia, così costerei meno – così ancora l'imprenditore, come si legge su La Nazione -. Lo so è una provocazione, ma credo che nessuno vorrebbe trovarsi nella mia situazione, con la vita appesa a un filo. Oppure finirà che dovrò andare io a scusarmi con i medici per l’errore in sala operatoria”.

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