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Lo scrittore Mauro Corona: “Quando esagero faccio una doccia al mese”

Sacrificare l’igiene perché troppo concentrati sullo slancio artistico, è quanto accade a Mauro Corona che oltre a scrivere si dedica anche alla scultura. Si racconta come un essere totalmente schivo e riservato, chiuso nel suo mondo creativo. Estraneo al conformismo e al pudore tradizionale, si definisce libero e forse nella sua più che essenziale igiene si sedimenta un atto anarchico di chi, in via del tutto solitaria, si cura dell’arte tralasciando il resto.
A cura di Redazione Cultura
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Ritratto fotografico dello scrittore alpinista Mauro Corona
Ritratto fotografico dello scrittore alpinista Mauro Corona

Lo scrittore alpinista ha dichiarato alla Zanzara di fare una doccia al mese. Il poliedrico Mauro Corona, famoso anche per le sue arrampicate in Groenlandia e in California sulle pareti della Yosemite Valley e per il suo look inconfondibile, la sua bandana in testa e gli immancabili scarponi in cuoio, non smentisce il suo essere eccentrico. La sua carriera di scrittore iniziò nel 1997, quando un amico giornalista pubblicò alcuni suoi racconti sul quotidiano Il Gazzettino. Da allora ha pubblicato svariati libri, nei suoi primissimi scritti si occupava di camosci, martore, cani, di cuculi, insomma di una sorta di ‘ontologia naturale' che dice molto sul suo essere, sulla sua personalità verace e in stretto contatto con il lato più selvaggio e, se vogliamo, più estremo della vita.

Nei suoi romanzi Corona testimonia un mondo quasi estinto, quello delle antiche culture della Valle del Vajont, un mondo che raccontato nella sua violenta e tragica evoluzione che nella letteratura dello scrittore si va personificando in quei personaggi emblematici: carichi di malinconia, abitano le sue pagine in cui si narra, con un certo innescarsi di riflessioni esistenziali, come il misterioso contatto dell'uomo con la natura, minacciato dall'avanzare del processo economico. In qualche modo l'autore si esonera e si ribella a tutto ciò e, senza troppe esitazioni, si racconta per com'è davvero in tutta la sua profonda semplicità.

Ecco le parole con cui Mario Corona si descrive alla Zanzara a cui racconta il suo essere schivo e indifferente ad alcune norme igieniche:

Non disturbo nessuno, vivo da solo e i miei cani mi sopportano. Io sono come le corna delle lumache. Che escono per guardare, spiare. Ma, appena le tocchi, si ritirano. Un uomo schivo. Quando esagero faccio una doccia al mese, adesso però sto per completare il secondo mese senza farne nemmeno una. I miei cani mi sopportano. Sono come una chioccia che cova la sua sporcizia. Non ho rapporti con nessuno, vivo da solo, posso stare anche così. E quando mi faccio la doccia, sto pochissimo sotto l’acqua. Mi lavo quel pezzettino lì, perché non si sa mai. Quella zona lì la tengo a posto.

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