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Il figlio di Provenzano insegna la mafia: e Corleone si ribella

Il Comune di Corleone approva all’unanimità una mozione per chiedere i danni delle “lezioni di mafia” tenute dal figlio del boss. Caro Angelo Provenzano, i tempi cambiano e ormai sei il puparo di un mito sbriciolato.
A cura di Giulio Cavalli
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Cambiano i tempi e qualche volta cambiano per fortuna anche i comportamenti: qualche mese fa si era saputo che il figlio di Bernardo Provenzano, Angelo, avesse deciso di utilizzare la fama (sporca di sangue) del padre per collaborare con un tour operator di Boston tenendo "lezioni sull'essere figli di un boss". Potrebbe sembrare uno scherzo se non fosse che Dennis Butera, uno dei clienti del tour operator, ritornato negli USA ha rilasciato una lunga intervista al Wall Street Journal raccontando come Provenzano junior abbia raccontato che "il padre gli ha insegnato a rispettare il prossimo ed essere una brava persona" dopo una breve introduzione sulla storia della mafia in inglese.

In Italia la notizia rimbalzò un poco sugli organi di informazione, tra qualche trafiletto di costume e qualche comunicato stampa di indignazione copiaincollato. Niente di che: il favoreggiamento culturale alla mafia da noi è un comportamento lecito se non addirittura incoraggiato nel campo del turismo e così non ci si stupisce se a Corleone (come in molte altre città) le frasi e i visi della mafia diventino icone buone per una tazza, una cartolina o una maglietta. Il trentasettenne figlio del boss non ha fatto altro che ripercorrere un sentiero già tracciato e i 2800 euro scuciti da ogni turista americano per questo improbabile tour gli devono aver fatto gola.

Un particolare non da poco è che lo stesso Angelo Provenzano apparì qualche mese fa in televisione rivendicando il diritto "di essere figlio di" poiché incensurato e già in quell'occasione rivelò inquietanti interpretazioni di un padre che sarebbe stato "premuroso e onesto in famiglia". "Un ottimo padre", disse. Avrà pensato quindi che non ci sia niente di male ad esportare a livello internazionale il ritratto di quel brav'uomo di Provenzano. Beato lui.

Il Comune di Corleone però non ci sta e il Consiglio Comunale ha approvato all'unanimità una mozione che impegna il sindaco a valutare la possibilità di incorrere in azioni legali contro il tour operator statunitense "per i danni morali e materiali alla città di Corleone". Il sindaco Lea Savona aveva già provato ad interessare un legale che per ora sembra orientato a non vedere buoni appigli per intentare una causa ma il significato politico dell'azione è già un grande passo avanti per una comunità che spesso ha difeso i suoi figli peggiori (Provenzano ma anche Riina e Bagarella, per dirne qualcuno).

Il fatto (che potrebbe sembrare marginale) è indice di un cambiamento culturale che sta avvenendo soprattutto grazie all'intensa attività di molte associazioni che lavorano con i giovani e con le scuole per sradicare quel finto concetto di onore (su cui ancora si prostituisce invece Provenzano junior) che altro non è che una metastasi della paura.

Ora sarebbe il caso che il "dotto" Angelo Provenzano faccia da uditore ai racconti dei famigliari delle vittime di mafia, alle infami macerie criminali che anche suo padre ha prodotto in una terra che Paolo Borsellino trovava 2profumata e bellissima". Perché se è vero che le colpe dei padri non debbano ricadere sui figli è anche vero che la vergogna dei mafiosi non può essere utilizzata per produrre acquolina turistica.

Caro Angelo Provenzano, il vento (almeno in questo) sta cambiando e ormai sei il puparo di un mito sbriciolato. Per fortuna.

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