Con la vittoria dei Leave si apre un percorso lungo e complesso che Inghilterra e Unione europea dovranno per forza di cosa percorrere dopo il risultato del referendum. Ma intanto una petizione sul ritorno alle urne ha già superato il milione di sottoscrizioni.
- Brexit, il giorno dopo. UE: "Londra subito fuori" 25 Giugno
- La petizione per rifare il referendum ha già superato il milione di firme 25 Giugno
- Brexit, Juncker: "Con Regno Unito non sarà un divorzio consensuale" 25 Giugno
- La città di Londra vuole restare nell'UE, ecco la petizione 25 Giugno
Brexit, il giorno dopo. UE: "Londra subito fuori"
Sono passate ormai oltre 24 ore dal terremoto Brexit, ma la terra continua a tremare in tutto il Vecchio Continente. La vittoria dei Leave al referendum sull’uscita dall’UE da parte dell’Inghilterra dà il via a una complicata procedura di divorzio e costringe Londra e Bruxelles a rivedere il loro rapporto dopo un unione durata anni e anni. Se da una parte Juncker, Tusk e Schulz, i presidenti di Commissione, Consiglio e Parlamento, premono per l'avvio dei negoziati di uscita degli inglesi "al più presto possibile", dall’altra Londra cerca di temporeggiando. Del resto, l’articolo 50 del Trattato sull'Unione europea (che regola il “meccanismo di recesso volontario e unilaterale di un paese dall'Unione”) prevede due anni di tempo per ultimare il Leave.
Le ipotesi sull'uscita di Londra dall'UE
Ma il negoziato per stabilire un nuovo rapporto tra l’UE e l’Inghilterra indipendente potrebbe durare molto di più. Lo stesso Tusk ha ammesso che per ottenere l’okay di tutti i 27 Stati restanti, più il Parlamento europeo, potrebbero volerci altri cinque anni. Il risultato è sette anni. Ma febbraio il governo Cameron aveva detto che per organizzare tutto potrebbero volerci 10 anni. Per adesso l’opzione più probabile (e semplice) l’Inghilterra si unisca a Norvegia e Islanda, tra i paesi dell'Area economica europea, così da poter accedere al mercato unico. Altre possibilità riguardano un accordo di libero scambio con la Ue o un'unione doganale come quella con la Turchia. Se tutte queste ipotesi dovessero saltare, il Regno unito diventerebbe un semplice, ma comunque importante partner commerciale come lo sono Usa o Cina.
Un vertice europeo è già in programma poi per la settimana successiva, il 28-29 giugno. Oggi invece a Berlino si vedono i ministri degli Esteri dei Paesi fondatori (Gentiloni per l’Italia). Probabile anche una seduta straordinaria del Parlamento Ue prima del vertice.
Dimissioni del Commissario Ue britannico Jonathan Hill
All'indomani della vittoria del Leave nel referendum Brexit e le conseguenti dimissioni di David Cameron , il Regno Unito inizia a dare il suo addio all'Ue ritirando i suoi uomini dalle istituzioni europee. Questa mattina infatti si è dimesso il commissario britannico a Bruxelles Jonathan Hill, responsabile della Stabilità finanziaria, dei servizi finanziari e del mercato unico dei capitali. "Non credo sia giusto per me continuare come commissario come se nulla fosse accaduto, quindi ho reso noto al presidente Juncker le mie dimissioni", ha dichiarato Hill. Juncker ha immediatamente riaffidato le cariche di Hill al lettone Valdis Dombrovskis. "Il lavoro dell’Unione europea deve procedere. Dopo aver parlato con il presidente del Parlamento Martin Schulz ho chiesto al vicepresidente della Commissione Dombrovskis di assumere l’incarico sulla Stabilità finanziaria" ha spiegato il Presidente della Commissione Ue.
La petizione per rifare il referendum ha già superato il milione di firme
Hanno perso il referendum sulla Brexit, ma i sostenitori del “remain” non si danno per vinti. E’ infatti online una nuova petizione online che chiede a gran voce di tornare alle urne. E in appena 24 ore ha già superato il milione di sottoscrizioni. Se si considera che in Regno Unito esiste una legge prevede che quando almeno 100mila persone firmano una petizione il Parlamento debba prendere in considerazione la proposta, la soglia è già stata strasuperata. Come già detto anche Londra, dove la maggioranza ha votato per il "remain", circola un'altra petizione dove si ricorda che la capitale "è una metropoli internazionale: vogliamo rimanere nel cuore dell'Europa ed essere membri dell'Ue", spiegano i promotori.
Brexit, Juncker: "Con Regno Unito non sarà un divorzio consensuale"
"Quello tra l'Ue e il Regno Unito non sarà un divorzio consensuale, ma non è stata neppure una grande storia d'amore". Sono le parole del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, in un'intervista alla tv pubblica tedesca Ard. Juncker ha confermato la volontà di iniziare sin da oggi i negoziati con Londra dopo il voto sulla Brexit. Come detto, i leader della diplomazia dei Sei paesi fondatori dell'Ue (Italia, Germania, Francia, Olanda, Lussemburgo e Belgio) si ritroveranno oggi a Berlino per discutere delle conseguenze della vittoria dei Leave al referendum britannico.
La città di Londra vuole restare nell'UE, ecco la petizione
Ha toccato il milione di firme la petizione lanciata da un gruppo di parlamentari britannici per indire un nuovo referendum sulla Brexit. Ma anche a Londra, dove la maggioranza ha votato per il "remain", circola un'altra sottoscrizione dove si rammenta che la capitale "è una metropoli internazionale: vogliamo rimanere nel cuore dell'Europa ed essere membri dell'Ue", spiegano i promotori. Già ieri il sindaco aveva teso la mano a tutti gli europei che vivono nella sua città: "Voi siete i benvenuti. Come città, siamo grati per l'enorme contributo che date, e questo non cambierà come conseguenza di questo referendum. Ci sono circa un milione di cittadini europei che oggi vivono a Londra, e che portano grandi benefici alla nostra città" aveva scritto su Facebook Sadiq Khan.