Libia, Maestri (Possibile): “Ipocrita chiedere aiuto Onu, c’è patto segreto Governo-milizie”
"Il Governo italiano ha erogato risorse alle milizie per contenere i flussi? Se si, quanti soldi sono stati impiegati?" Questa domanda è stata posta da Possibile ieri durante un question time alla Camera, a partire da differenti inchieste giornalistiche, che hanno portato tutte allo stesso risultato. In particolare l'inchiesta di Cremonesi sul Corriere parla di cifre che andrebbero dai 5 a i 10 milioni e mezzo per bloccare le partenze. Somma che giustificherebbe il calo degli arrivi di quest'estate. Anche secondo l'Associated Press gli sbarchi non sarebbero diminuiti solo in seguito agli accordi istituzionali tra l'Italia e la Libia, ma anche come conseguenza di un patto stretto dai due governi con due milizie di Sabrata, città nodale per il traffico di migranti.
L'intervento di ieri di Gentiloni a New York, che auspicava la presenza dell'Onu in Libia è sembrato all'onorevole Maestri, contattato da Fanpage.it, una sorta di giustificazione, o come l'ha definita, "una foglia di fico": "Non si può prima firmare un accordo per bloccare gli sbarchi e poi richiedere l'intervento degli organismi internazionali. È ipocrita. Al contrario si sarebbero dovuti creare prima corridoi umanitari, innanzi tutto bonificando quel territorio dai criminali. Si è preferito invece fare accordi segreti".
Esiti convergenti di diverse inchieste giornalistiche dimostrerebbero che l'Italia attraverso canali segreti e non conoscibili abbia fatto accordi con le milizie tripolitane, in particolare con il clan di Dabbashi: "Sembra che circa 300 soggetti, criminali esperti di traffici illeciti di esseri umani, siano stati inquadrati nelle milizie regolari, per poter porre un ostacolo fisico e non solo giuridico all'ingresso di immigrati in Italia. Tutto questo ha un costo umano enorme", ha detto Maestri. E su questo l'onorevole ha interrogato il ministro Minniti, per ottenere risposte dal Governo. Ma Minniti non ha fornito spiegazioni nel merito. Ha detto che il Governo italiano ha smentito più volte le notizie di stampa, e che in un'informativa il presidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza, Giacomo Stucchi ha detto che non sono stati rilevati "elementi critici"; questo per il deputato è un elemento in più che potrebbe avvalorare la tesi dell'avvenuta trattativa.
Un quadro inquietante che suppone anche accordi tra le autorità libiche con le ambasciate degli altri Paesi dell'Africa Sub-sahariana, come il Sudan di Al Bashir. Ci sarebbe dunque un nesso tra la drastica riduzione degli sbarchi e le carceri libiche che si riempiono di esseri umani.
Finora la critica è solo politica, ma non è detto che se il Governo continuerà ad essere evasivo e a non chiarire i quesiti posti, Possibile non replichi l'iniziativa dei Radicali, che hanno presentato un esposto alla Procura di Roma per segnalare la presunta trattativa tra Governo italiano, Governo di Tripoli guidato da Sarraj e Ahmad Dabbashi, uomo a capo di un clan di trafficanti e scafisti. L'iniziativa mira a capire se si possa parlare di violazioni e se l'Italia abbia effettivamente pagato Dabbashi. Le violazioni evidenziate dai Radicali riguardano l'articolo 80 della Costituzione, secondo cui solo il Parlamento può ratificare accordi internazionali; e poi evidenziano violazioni della Convenzione di Ginevra che vieta i respingimenti collettivi, se prima non sono state fatte le dovute verifiche sulle storie degli immigrati.
Nell'esposto dei Radicali si legge:"L'affidamento più o meno segreto del compito del controllo delle migrazioni a organizzazioni criminali, note per i loro comportamenti illeciti, implicherebbe l'accettazione e la condivisione di tali comportamenti, potendosi addirittura arrivare ad ipotizzare il reato di associazione per delinquere e innumerevoli reati fine in associazione".
Minniti ieri ha riportato gli ultimi dati sui flussi di migranti dalla Libia calcolati rispetto al 2016: "Dall'inizio dell'anno registriamo una diminuzione del 22% degli arrivi di migranti sulle coste italiane e del 35% dei passaggi alla frontiera sud, tra la Libia e il Niger", un dato che il ministro degli Interni ha definito "confortante", frutto dell'accordo stipulato con Serraj. Ma la riduzione avvenuta solo quest'estate è molto più consistente: si parla di un calo quasi dell'80% ad agosto e circa del 70% a settembre (il dato del ministero è aggiornato al 21 settembre). "Si è semplicemente spostato più a Sud il confine, dal Mediterraneo al deserto, le persone muoiono lo stesso nei lager libici", ha spiegato Maestri.
E se anche fossero stati fatti soltanto accordi leciti e istituzionali per fermare i migranti questi andrebbero comunque contro il principio dell'accoglienza dei richiedenti asilo: "È l'oggetto sostanziale dell'accordo che è illegale, non si possono fermare i migranti", ha detto Maestri, anche perché in generale, come scrivono nell'esposto anche i Radicali, non si possono fare accordi con un Paese come la Libia che non ha ratificato la Convenzione di Ginevra sulla protezione dei rifugiati.