Ore 18:45 – La chiusura della seconda giornata è affidata a Debora Serracchiani, che spiega: "Siamo andati al Governo e abbiamo fatto esattamente le stesse cose di cui avevamo parlato gli scorsi anni qui. Fatico a capire come questa non sia una missione collettiva, perché questo è un Paese strano, che tutti vogliono cambiare, purché inizi qualcun altro. Molti vogliono cambiare, ma la verità è che tanti stanno bene così, perché hanno rendite di posizione o interessi ben tutelati". In tale contesto, per il Governatore del Friuli Venezia Giulia, "il referendum è un messaggio chiaro al Paese e all'Europa", perché "ci consente di continuare il percorso di crescita, recuperare credibilità internazionale e sfruttare al meglio le risorse che abbiamo". Con il Sì, ha continuato, "non c'è solo un presente che vogliamo cambiare, ma un futuro su cui vogliamo investire"; un futuro di cui, ha concluso, fa parte "lo ius soli, l'accoglienza a chi scappa da guerra e fame, una legge seria sul conflitto di interessi, una visione di Paese che non ferma le grandi opere solo per paura della corruzione, ma elimina la corruzione, un Paese che va in Europa a testa alta, non a elemosinare risorse".
Ore 17.55 – "Il Questore aveva autorizzato la manifestazione a Firenze ma non il corteo verso la Leopolda", lo ha dichiarato il Sindaco del capoluogo toscano Dario Nardella, commentando quanto accaduto nel pomeriggio in città con gli scontri tra manifestanti, che volevano raggiungere la sede della kermesse renziana, e le forze di polizia che presidiavano e sbarravano loro il passo. Secondo il primo cittadino fiorentino, il Questore inoltre aveva dato autorizzazione a manifestare nel centro storico della città, dunque la decisione di dirigersi verso piazza San Marco sarebbe stata "strumentale, presa proprio per causare disagi".
Ore 17:10 – Mentre il corteo dei manifestanti sta cercando di raggiungere la Leopolda e si registrano ancora cariche della polizia, dal palco interviene il Sindaco di Firenze Dario Nardella: "Il diritto di manifestare è sacrosanto, ma non è accettabile in un Paese democratico che si usi la violenza per ottenere visibilità. Ci sono state violenze e minacce, non è possibile questo, né nella mia città né da nessuna altra parte".
Ore 15:45 – Comincia la parte dedicata al "referendum", coordinata dal ministro per le Riforme Maria Elena Boschi e da Stefano Ceccanti, costituzionalista vicino al Partito Democratico. "Dire che se vince il Sì l'elezione del Presidente della Repubblica è riservata a poche persone è una bufala", comincia Ceccanti, affermando che la lettura del Comitato del No è scorretta poiché "chiunque abbia visto un'elezione Presidenziale sa che è una specie di conclave, con la massima partecipazione dei delegati", dunque, anche con la riforma "servirà un'ampia maggioranza" e, anche se restasse l'attuale maggioranza, "il partito di maggioranza relativa non riuscirebbe ad eleggere il Presidente della Repubblica da solo". Su articolo 70, invece, è la Boschi a intervenire: "Non è affatto complicato, ma serve a velocizzare l'iter delle leggi e a disciplinare con precisione il nuovo procedimento legislativo". Poi una precisazione sul Senato: "Quando andrete a votare per le Regionali, potrete indicare quali candidati preferite indicare per il Senato".
Nel frattempo, ci sono scontri a qualche centinaio di metri dalla Leopolda. I manifestanti, dapprima "confinati" in piazza San Marco, stanno cercando di raggiungere la Leopolda aggirando il cordone della polizia:
Dopo la prima giornata "interlocutoria", dedicata al ricordo dell'alluvione di Firenze e al tema della ricostruzione nelle zone dell'Italia centrale colpite dallo sciame sismico, entra nel vivo la settima edizione della Leopolda, la kermesse fiorentina del "popolo renziano".
Una seconda giornata che si sviluppa secondo il canovaccio "tradizionale", ovvero con una serie di tavoli tematici che permetteranno il confronto fra politici e rappresentanti del Governo e militanti, simpatizzanti e cittadini. Ai trentasei tavoli tematici partecipano, ad esempio, i ministri Poletti, Boschi, Padoan, Madia, ma anche esponenti di primo piano della maggioranza renziana all'interno del Partito Democratico, come il capogruppo Rosato, Migliore, Scalfarotto, Gori, Romano.
Il ministro Padoan, conversando con i giornalisti, ribadisce la volontà del Governo di considerare le spese per l'accoglienza ai migranti "fuori" dai vincoli europei: "È chiaro che le risorse stanziate per dare a queste persone un'accoglienza degna e umana non possono che essere considerate come emergenziali. Peraltro, l'Europa sul tema deve dimostrare di saper dare risposte più chiare ed efficaci, e riconoscere che l'Italia sta fornendo un bene pubblico con i suoi soldi, gestendo una frontiera delicatissima e fornendo un'accoglienza degna ai migranti".
In platea anche il ministro Pinotti, che commenta con soddisfazione la liberazione degli ostaggi italiani in Libia e le notizie che arrivano da Mosul. Ai nostri microfoni, riguardo il referendum, spiega: "Vincerà il Sì, le analisi dicono che l'elettorato del PD è il più sensibile alle indicazioni di partito. Per il No è solo una componente minoritaria del PD".
Parla degli ultimi provvedimenti approvati dal Parlamento su iniziativa del suo ministero, invece, Marianna Madia: "Siamo qui per continuare il nostro percorso di cambiamento, dalla Leopolda sono venuti in passato input che abbiamo tradotto in provvedimenti utili per i cittadini, come il FOIA, che è già stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale".
Un momento di confronto che riguarderà ovviamente anche l'imminente referendum sulla riforma della Costituzione, che si terrà il prossimo 4 dicembre. Nel corso del suo breve intervento di ieri, Renzi aveva spiegato come l'appuntamento fiorentino potesse essere anche l'occasione per lanciare il rush finale di una campagna elettorale molto complicata per il fronte del Sì. A pesare è, inevitabilmente, la scelta di parte della minoranza del Partito Democratico di votare No e sostenerne pubblicamente le ragioni. Sul punto, Renzi ha attaccato: "Votano No assieme a Brunetta e Casa Pound, in questo gioco per il quale si sono formate delle strane coppie, come Salvini e Monti, due che hanno la stessa idea di Europa, immagino…".
E Andrea Romano ricorda a Bersani il suo voto in Parlamento:
Ma la giornata di oggi sarà anche quella delle annunciate contestazioni, con manifestanti No Tav e del Comitato per il No attesi a Firenze. Ieri la questura ha ribadito il divieto verso qualunque tipo di manifestazione, ma non è affatto detto che non ci saranno contestazioni.