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Le scienziate Lego contro le accuse di sessismo (FOTO)

Lego è da tempo oggetto di attacchi da parte di accusa la società danese di reiterare gli stereotipi sessisti sulle donne. Arriva una nuova linea di prodotti a riequilibrare i ruoli, ma le polemiche non si placano.
A cura di Redazione
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Quello dei Lego non era un paese (fantastico) per donne. Lì gli uomini erano cavalieri e le donne principesse, dalle rappresentazioni medievali fino a quelle dei nostri giorni in cui il maschio lavora e la femmina chissà. A notare come il mondo dei Lego tendesse a reiterare visioni sessiste (cosa che peraltro fa parte importante del mercato ludico per bambini) furono alcuni fan, che nel 2012 avviarono una petizione su Change.org per invitare l'azienda danese a non replicare nei propri giochi visioni sessiste del mondo. L'iniziativa fu la risposta alla linea "FRIENDS", nella quale le rappresentazioni femminili si impegnavano in cucina, sfilavano su una passerella oppure bighellonavano sulla spiaggia. Quelle maschili mandavano avanti il mondo.

Ora arrivano chimiche, astronome, astronaute, paleontologhe e manager donne, senza alcuna esibizione del colore rosa contrapposto al blu maschile. Lego ha infatti approvato la linea “Research Institute”, in cui le protagoniste sono solo ed esclusivamente donne: un modo per controbilanciare la presenza maschile. Questo progetto è stato presentato alla Lego Ideas, una community di fan che discorre e si occupa di proporre idee creative, da Ellen Kooijman, una geochimica appassionata del gioco dei mattoncini la cui proposta è stata votata più di 10.000 volte. Ha spiegato la donna che "in quanto scienziata avevo notato due cose sui set della Lego: un distorto rapporto numerico maschi/femmine e una rappresentazione piuttosto stereotipato delle figure femminili disponibili".

L'ultimo affondo a Lego è arrivato dal Guardian, che venerdì 6 giugno ha sì ricordato che l'azienda europea sta per commercializzare la nuova linea di ricercatrici, ma – oltre a ciò – seguita a proporre stereotipi di genere, proponendo rappresentazioni di giovani donne con abito tradizionale e pretzel in mano e cheerleaders. Il tutto, commenta amaramente la giornalista Helen Czerski, proposta da un'azienda nata in Danimarca, "paese famoso per essere tra i più attenti al mondo alla parità di genere".

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