La Toscana dice sì alla cannabis a scopo terapeutico
La proposta di legge votata oggi dal Consiglio regionale della Toscana è di quelle che dividono fortemente sia le istituzioni che l’opinione pubblica. Si tratta di un testo di legge, che aveva ricevuto il via libera dalla Commissione sanità del Consiglio regionale della Toscana, che permette l’utilizzo terapeutico della marijuana e di consentire dunque ai cittadini toscani l’accesso ai farmaci cannabinoidi per combattere il dolore, in diversi tipi di terapie. La cannabis, dunque, come terapia del dolore: è la prima legge in Italia approvata per facilitare l’uso di questo genere di farmaci. È una legge che “non ha la presunzione di risolvere la questione ma di affrontare in modo più dignitoso alcune patologie”, così Marco Remaschi del Pd mentre qualche dubbio è stato espresso da Marco Carraresi dell’Udc che insieme al Pdl ha votato contro. La Lega ha preferito astenersi.
La legge approvata dà la possibilità di acquistare farmaci a base di cannabis, possibilità che chiaramente sarà controllata scrupolosamente dai medici e i pazienti potrebbero usufruire delle cure solo dietro apposita prescrizione. Chi ha proposto il testo di legge ha sottolineato tutti gli aspetti positivi dell’uso di questo genere di farmaci che eviterebbero anche quegli effetti collaterali tipici di farmaci più pesanti come gli oppiacei e i barbiturici. Si tratta, inoltre – ci tengono a sottolinearlo in tanti – di una legge che nulla ha a che fare con l’idea della marijuana come droga ma che sposta del tutto l’attenzione sull’uso terapeutico della cannabis e sulla terapia del dolore e che permetterebbe all’Italia di tenere il passo di altri paesi.
I benefici di questo genere di farmaci – “Gli studi mostrano come nel caso di malattie legate ai muscoli, l’uso di medicine a base di cannabinoidi siano in grado di ridurre anche del 50 per cento l’uso della morfina”, così Enzo Brogi del Pd mentre il presidente dell’associazione NoPain, Paolo Notaro, aveva già in precedenza fatto notare che l’azione di questi farmaci è abbastanza conosciuta e descritta e va rassicurato appunto, che si tratta esclusivamente di prodotti farmacologici. Attualmente, secondo quanto è stato sottolineato dal consigliere Brogi, in Italia sono un centinaio i malati che fanno uso legalizzato di cannabis, come previsto da due decreti del 1997 mentre molti altri devono ricorrere al mercato nero oppure all’autoproduzione, generando problemi di sicurezza del farmaco e problemi legati alla commercializzazione.