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La storia del clochard di Milano “adottato” dai tassisti e multato a Natale

Si chiama Renato ed è un ex imprenditore, ora senza fissa dimora, che per vivere vende piccoli oggetti e che per questo è stato multato. I tassisti milanesi di Linate hanno raccontato la sua storia: “Una persona per bene che prova a rifarsi una vita senza rubare”.
A cura di Susanna Picone
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Si chiama Renato, è un ex imprenditore ora senza fissa dimora, che per vivere vende piccoli oggetti e che per questo è stato multato. I tassisti milanesi di Linate hanno raccontato la sua storia: “Una persona per bene che prova a rifarsi una vita senza rubare”.

La storia di Renato, 53 anni compiuti da qualche giorno, è quella di un ex imprenditore che ormai da un anno e mezzo vive in strada a Milano dopo aver perso tutto. Una persona che, stando ai racconti di chi meglio lo conosce e che oggi lo difende, sta provando a rifarsi una vita “inventandosi” quel lavoro che meglio sapeva fare, il commerciante. Per tirare avanti, infatti, Renato vende allo scalo di Linate piccoli oggetti come tagliaunghie, lenti di ingrandimento, torce; si è fatto conoscere soprattutto dai tassisti che ora, a seguito di un fatto decisamente sgradevole per il senzatetto, hanno voluto parlare di lui per difenderlo. Perché Renato lo scorso 20 dicembre (il giorno successivo al suo 53esimo compleanno) ha ricevuto una multa di circa 3000 euro (soldi che ovviamente non ha) proprio perché stava svolgendo quell’attività che gli permette di vivere – dicono i tassisti – in maniera onesta, senza rubare. Per aver svolto, recita la multa presa a Linate, “attività di commercio su area pubblica senza autorizzazione”.

I tassisti lo difendono e lui ricambia: "Sono la mia famiglia" – Marco Marani, vicepresidente Unica Filt-Cgil, parla del “clochard” Renato come di una brava persona che non fa nulla di male e che, appunto, sta semplicemente cercando di avere una seconda possibilità. Giovanni Maggiolo, presidente di Unica Filt-Cgil, si “complimenta” invece con la polizia locale per quella multa affermando però di aspettarsi che i vigili “possano avere la stessa solerzia per gli abusivi che truffano i viaggiatori” in aeroporto. Dell’uomo si sa, grazie ai tassisti, che prima di diventare un senzatetto era un imprenditore tessile: in quattro anni però ha perso tutto, compresa sua moglie che è morta. E se molti tassisti hanno speso delle belle parole in sua difesa, lui ci tiene a contraccambiare: per Renato, infatti, quelle persone sono diventate la sua famiglia, a casa di uno di loro ha ammesso di aver trascorso anche la vigilia di Natale e oggi indossa orgoglioso l’ennesimo regalo ricevuto dai suoi "clienti", una calda giacca di montone.

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