Istat: “Pil in aumento, +1,2% su base annua. Dato record dal 2010”
Nei primi tre mesi del 2017 il Prodotto Interno Italiano cresce più del previsto. Lo certifica l'Istat, rivelando che il Pil nazionale, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, ha avuto un incremento dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell'1,2% nei confronti del primo trimestre del 2016. La stima diffusa in via preliminare il 16 maggio scorso aveva rilevato un aumento congiunturale dello 0,2% e un aumento tendenziale dello 0,8 per cento. Il periodo gennaio-marzo ha avuto due giornate lavorative in più sia rispetto al trimestre precedente, ma anche rispetto al primo trimestre del 2016. La variazione acquisita per il 2017 è pari a 0,9 per cento. Anche in questo caso le stime sono state riviste al rialzo rispetto alle prime indicazioni (+0,6%).
Rispetto al periodo ottobre-dicembre 2016, nei primi tre mesi del 2017 secondo l'Istituto Nazionale di Statistica i principali aggregati della domanda nazionale hanno registrato una crescita dello 0,5% dei consumi finali nazionali e una flessione dello 0,8% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni sono aumentate dell'1,6% e le esportazioni dello 0,7 per cento. La domanda nazionale al netto delle scorte ha dato un contributo di 0,3 punti percentuali alla crescita del prodotto interno lordo (0,3 i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private (Isp), 0,1 la spesa della Pubblica Amministrazione (Pa) e -0,1 gli investimenti fissi lordi). Anche la variazione delle scorte ha supportato positivamente la variazione del Pil (+0,4%), mentre l'apporto della domanda estera netta è stato negativo per 0,2 punti percentuali. L'Istat registra andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto di agricoltura (+4,2%) e servizi (+0,6%), mentre quello dell'industria risulta negativo (-0,3%).
Renzi: "Risultato figlio di anni di serio lavoro"
Canta vittoria il segretario del Partito Democratico ed ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi: "Questi risultati sono figli degli anni di lavoro serio e rigoroso che abbiamo alle spalle. Sono risultati che hanno un nome: si chiamano superammortamento, abolizione dell'Irap costo del lavoro, 80 euro, cancellazione delle tasse agricole, Pir, mercato del lavoro, incentivi, investimenti sulla cultura, Expo e grandi eventi.
Ma io non sono soddisfatto. Certo, mi piacerebbe discutere con quelli che attaccavano il JobsAct o la politica dei Bonus dimenticando che mentre governavano loro il PIL era negativo e la disoccupazione aumentava. Non sono soddisfatto perché so che non basta. Continuare nella battaglia per la flessibilità in Europa è oggi la vera sfida cruciale. Molto più della legge elettorale o della data del voto".