Maye Musk, la madre di Elon si racconta a Fanpage.it: “Ho 74 anni e sfilo alla Fashion Week di Milano”
Prima di essere la madre di Elon Musk, Maye è una della più note silver model, le modelle con i capelli d'argento che fino a dieci anni fa non avrebbero potuto nemmeno immaginare di stare su una passerella. Oggi ha 74 anni, si sposta da una Fashion Week all’altra e per una manciata di minuti ha parlato con Fanpage.it prima di preparasi a tutti i suoi eventi a Milano. In due giorni shooting, presentazioni e alla fine anche una sfilata. Occhiali da sole, taglio corto, bardata da un cappotto nero, Maye Musk ha attraversato la passerella della sfilata di Philipp Plein.
A gennaio è uscita per Giunti Editore la prima versione italiana della sua biografia: Una donna deve avere un piano. Poco meno di 200 pagine in cui Maye Musk racconta tutte le fasi della sua vita. Una storia partita in Sudafrica, da una famiglia abituata a fare lunghe esplorazioni nel deserto e passata da un matrimonio con un uomo violento, da cui ha avuto i suoi tre bambini e di cui ancora porta il cognome. Quello vero è Haldeman. Poi un passaggio in Canada con i figli Elon, Kimbal e Tosca, gli studi da nutrizionista e l’approdo negli Stati Uniti.
Sullo sfondo di tutto Elon Musk, l'uomo che punta a trasformarci in una specie multiplanetaria e che nel frattempo vuole distruggere il mercato delle auto a combustibile fossile, rilanciare Twitter, creare tunnel sotterranei, collegare i nostri cervelli ai computer e creare intelligenze artificiali che scrivono testi in grado di superare esami di giurisprudenza. Maye ha sempre mostrato un rapporto molto protettivo con lui, tanto che dal suo account Twitter (e dove altrimenti?) ha spesso sferzato giornali e commentatori che hanno criticato Elon. Nel suo libro, e spesso nelle sue interviste, Maye tiene però a ripartire le sue parole in parti uguali anche con gli altri due figli: Kimbal, a capo di una catena di ristoranti, e Tosca, produttrice e regista.
Chi è Maye Musk?
Sono una nutrizionista, una madre e una nonna. Poi sono diventata anche una top model e una scrittrice di bestseller, e non mi aspettavo nessuna di queste due cose.
Il titolo della versione italiana del tuo libro è “Una donna deve avere un piano”. Qual è il tuo piano adesso?
Tutta l’idea dietro al titolo del libro è che tu dovresti avere un piano per vivere la tua vita un po’ meglio e se va bene puoi fare un altro piano per farla andare ancora meglio. Se poi le cose si mettono male, allora è il momento di fare un altro piano.
Sei una nutrizionista e in questo libro c’è un alimento che torna sempre: i sandwich farciti con il burro di arachidi.
Sì, arrivano da mia madre. Quando eravamo piccoli mia mamma ci preparava sempre i panini farciti con il burro di arachidi. Erano deliziosi, quando sei cresciuta con un cibo come questo vuoi mangiarlo anche quando sei diventato un adulto.
Quando eri piccola viaggiavi spesso. Qual è stato il viaggio più avventuroso che hai fatto con la tua famiglia?
Siamo stati nel deserto del Kalahari con tutta la famiglia, per tre settimane. Abbiamo visto un sacco di animali, ma nessun essere umano. Per lavarci potevamo usare solo una tazza d’acqua, niente di più. Ci lavavamo solo il volto e le mani, non si poteva fare altro.
Ci sono anche pagine dolorose in questo libro. Racconti della tua vita con Errol Musk, padre dei tuoi figli, un uomo violento con cui sei stata sposata per nove anni.
Quando ho iniziato a scrivere questo libro non volevo scrivere nulla di doloroso. Volevo che fosse un libro felice e volevo condividere la mia felicità con tutti quelli che lo leggevano. I miei figli però mi hanno detto che avrei dovuto scrivere anche dei miei problemi, perché anche loro li hanno attraversati. Ci siamo passati insieme.
Ne ho parlato anche con il mio editore. Mi ha chiesto di lasciare le parti più tristi della mia vita nel libro perché le persone sarebbero entrare in connessione con queste parti. Ho voluto che le donne che leggono questo libro potessero vedere che nonostante le brutte situazioni che ho vissuto, sono riuscita a superarle. Anche se ci è voluto molto tempo.
Quale è stata la parte più felice della tua vita di cui ha parlato nel libro?
Senza dubbio quella in cui ho cominciato a lavorare come nutrizionista. Qui ho aiutato le persone a mangiare meglio ed essere più felici. Oltre a questa ci sono state sicuramente tutte le parti in cui ho raccontato del mio lavoro da modella. Sono sorpresa che questo mondo mi chiami e abbia bisogno di me, anche se fra aerei e serate a volte è faticoso starci dietro.
Sei più una nutrizionista o una modella oggi?
Sono una motivatrice. Giro per il mondo parlando del mio libro, facendo conferenze. Certo poi sono una modella e mi batto per ogni diversità, è per questo che sono a Milano.
Quando è stata la prima volta che hai capito che Elon Musk era diverso dagli altri?
Qualsiasi cosa leggesse, poi si ricordava tutto. Quando era piccolo non c’era internet e non c’erano i motori di ricerca. Quindi lui era il mio motore di ricerca, la mia enciclopedia. Potevo chiedergli qualsiasi cosa esistesse al mondo. Conosceva tutto.
Elon Musk ci ha abituato anche a scelte controverse e spesso soggette a critiche. Hai mai pensato, come madre, di volerlo proteggere da tutte le accuse che riceve?
È stato criticato da quando ha lanciato Tesla. L’industria che si basa sui carburanti fossili odia chiunque si impegni a far consumare al mondo meno petrolio. È anche venuto fuori che qualcuno di questa industria ha pagato milioni per far scrivere articoli contro Elon. Questo mi fa impazzire. Tu sei su Twitter?
Certamente.
Bene. Tutti quanti sanno che spesso ho criticato giornali come New York Times, LA Times o Washington Post per gli articoli contro Elon Musk. Vorrei dire loro: “Vergognatevi, l’energia pulita vincerà sempre”. Ovunque io vada, anche a Milano o in Italia, le persone lo amano e questo mi rende davvero felice.
Come sono i vostri rapporti?
Io sono in viaggio tra Milano, Dubai e Parigi, mia figlia mi dice "Sei una macchina!". Ci è capitato di andare a molti eventi insieme, con lui Tosca e Kimbal.
Tu sei stata una delle prime “silver model”. Quando è stata la tua prima sfilata?
Avevo 67 anni e un designer mi ha chiesto di sfilare al suo evento durante la Fashion Week di New York. È stato più facile che fare una sfilata in un centro commerciale, in cui magari devi cambiare sei abiti per un solo evento. Ho sfilato insieme ad altre modelle, tutte più giovani. Il pubblico è impazzito. E mi sono detta: “Wow, questo è un pubblico davvero fantastico”. Invece i miei amici mi hanno detto che erano così per me.
È la seconda volta che torni a Milano in due mesi e hai il duomo nella tua foto profilo di Instagram. Cosa ti piace di questa città?
Le persone sono gentili, mi trovo molto bene qui. Sono stata anche a Firenze, per un giorno. E anche lì è stato fantastico. Il mio posto preferito è il Duomo, l'ho visto di notte, di giorno, da qualsiasi angolazione. Lì vicino ho fatto anche la presentazione del mio libro. Penso sia un posto davvero speciale.
E ora dopo il libro, cosa vorresti fare?
Vorrei esplorare diverse città, Paesi e culture. E voglio imparare da chiunque.