In ferie per potersi curare dal cancro: “altrimenti perdo il lavoro”
In ferie forzate per poter effettuare i cicli di chemioterapia necessari a curare il suo cancro, altrimenti perderà il lavoro. E' la storia di un 51enne veneziano che lavora in un'azienda metalmeccanica del Miranese. Il calvario dell'uomo inizia nel 2011 quando gli viene diagnosticato il linfoma di Hodgkin, così la commissione per l'invalidità dell'azienda sanitaria veneziana lo dichiara invalido al 100% con la revisione della valutazione un anno dopo. All'inizio le cose sembrano andare bene, la sua malattia tumorale infatti comincia a regredire grazie alla chemioterapia che all'inizio veniva fatta ogni 20 giorni. Dopo 10 mesi a casa per curarsi e 3 mesi di ferie pregresse però a settembre dello scorso anno l'uomo deve ritornare al lavoro. A lui starebbe anche bene se gli lasciassero dei giorni in cui fare i cicli di chemio che ora si sono diradati a ogni due mesi.
Niente giorni di malattia – Nello stesso mese però la commissione per l'invalidità riforma il suo giudizio abbassando il grado di invalidità dal 100% all’80%, una percentuale che non prevede più i giorni d'assenza per l'uso di farmaci salvavita. All'uomo dunque devono bastare i suoi normali giorni di ferie, una ventina di giorni in un anno, per potersi curare ed effettuare i vari accertamenti come Tac e analisi specifiche. "Ho chiesto di poterla fare al giovedì così posso sfruttare il sabato e la domenica per poi essere in forza al lunedì per tornare al lavoro dove, ci tengo a sottolinearlo, comprendono la mia situazione" ha confessato l'uomo al Gazzettino. "Non chiedo la luna ma semplicemente la possibilità di essere curato non dal raffreddore, ma da un tumore, e mi auguro che i 3 giorni mensili previsti dalla legge 104 che mi hanno tolto, mi vengano ridati fino alla fine della convalescenza che mi auguro sia la più rapida possibile" ha concluso l'uomo.