In Europa al via la sanità senza frontiere, ma l’Italia non è pronta
Il prossimo 25 ottobre entra in vigore in tutta l'Unione Europea la nuova normativa sulla sanità che prevede la scomparsa delle frontiere e la libertà per tutti i cittadini comunitari di farsi curare dove vogliono in tutti i Paesi dell'Ue. Una vera e propria rivoluzione, almeno sulla carta, perché in realtà sono ancora numerosi i Paesi che non sono pronti ad attuarla compresa l'Italia. Come spiega l'ansa infatti a tre giorni dall'entrata in vigore ufficiale della nuova direttiva, solo uno Stato membro su quattro vale a dire il 25% è pronto a recepirla mentre per gli altri bisognerà ancora aspettare diversi mesi. Quella che è stata ribattezzata la Schengen sanitaria non è certamente semplice da metter in piedi tra informazioni comuni, accordi reciproci, paletti precisi e quant'altro ma l'iter nel nostro Paese sembra ancora in alto mare.
In Italia tempo fino al 4 dicembre – Per quanto riguarda l'Italia la data dell'entrata in vigore della Schengen sanitaria è stata spostata in avanti al 4 dicembre, data in cui scadrà la legge delega che ha recepito la direttiva. Al momento infatti da parte del governo ancora nessun decreto legislativo anche se dal ministero della sanità assicurano che il provvedimento è quasi pronto e potrebbe arrivare in Consiglio dei ministri entro una decina di giorni. Ci sarà poi bisogno del parere delle commissioni parlamentari competenti prima di poterlo pubblicare in Gazzetta Ufficiale e passerà quindi un altro mese. Rimangono però molti dubbi sull'attuazione della riforma come ha spiegato il Ministro Lorenzin annunciando che sono in corso approfondimenti a livello europeo per "affrontare alcuni elementi che ancora non sono chiari".
La commissione europea è conscia delle difficoltà ma ha già invitato gli stati membri a provvedere e, nel caso di dubbi e timori, a condividere le perplessità con la stessa commissione. Sono in molti a temere infatti che la nuova direttiva europea possa incentivare un turismo sanitario visto che sistemi sanitari più all'avanguardia potranno attirare pazienti di altri Stati pronti a pagare per le cure ricevute per farsele poi rimborsare dal Paese d'origine. In realtà per la Schengen sanitaria sono già previsti numerosi paletti a cominciare da un'autorizzazione preventiva del Paese di origine in caso di lunghi ricoveri in ospedale o assistenza altamente specializzata e costosa.