Ilva di Taranto, ci sono altri indagati. Tra di loro il sindaco Stefàno
È caos a Taranto a causa degli avvenimenti delle ultime ore che hanno spinto i vertici dell’Ilva ad annunciare la chiusura dello stabilimento (a rischio quello pugliese ma anche le altre sedi) e l’immediata protesta degli operai in sciopero proclamato da Fim, Fiom e Uilm da questa mattina. Tutto questo mentre l’inchiesta continua ad allargarsi: dopo i sette arresti di ieri si apprende da fonti giudiziarie che almeno altre cinque persone risultano indagate. Tra queste ci sono il sindaco di Taranto Ippazio Stefano e un sacerdote, don Marco Gerardo, segretario dell’ex arcivescovo di Taranto monsignor Benigno Luigi Papa. Il primo cittadino è indagato per omissioni di atti d'ufficio, il sacerdote per false dichiarazioni al pm. Si è appreso, inoltre, che la Procura della Repubblica di Taranto ha delegato la Guardia di Finanza a eseguire accertamenti a Bari e a Roma riguardo il via libera alla vecchia Autorizzazione integrata ambientale del 4 agosto 2011, che è stata poi riesaminata recentemente.
Cancellieri teme per l’ordine pubblico – Intanto, a causa della forte tensione che c’è a Taranto così come anche a Genova, dove le tute blu dell’Ilva sono scese in strada per protestare, si sono espressi diversi esponenti del Governo. La situazione è unanimemente definita "molto delicata" e, in particolare, il ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri ha parlato di un “rischio notevole” di problemi per l’ordine pubblico in seguito alla chiusura dell’impianto a freddo dello stabilimento di Taranto e dunque la messa in libertà di 5mila operai. “La situazione è molto preoccupante – ha detto Cancellieri a margine di un convegno – perché i posti di lavoro messi in discussione sono tantissimi, non solo quelli di Taranto ma riguarda anche l’indotto”. A proposito dell’incontro di giovedì che il governo ha convocato, il ministro degli Interni ha fatto sapere di essere fiduciosa e che spera vada tutto bene: “Teniamo i nervi saldi”.