Aveva nove anni Campbell Remess quando chiese a sua madre di poter comprare dei regali per i suoi coetanei ricoverati in ospedale. A suo padre, Nathan, era stato diagnosticato un tumore e incrociare i suoi coetanei in ospedale gli aveva fatto capire quanti bambini come lui in realtà avessero bisogno di un sorriso, un po' di conforto, una virgola di compagnia. Anzi a ben vedere forse Campbell non ha nemmeno pensato con le parole ma avrà sentito semplicemente mordere il bisogno di essere solidale come succede alle perone che non hanno bisogno di darsi spiegazioni per cominciare a donarsi agli altri.
Eppure no, non era possibile trovare soldi in famiglia per permettersi di fare regali ai bambini ricoverati in ospedale, e quando la madre di Campbell gli ha spiegato quanto fosse già difficile mantenere una famiglia con ben 8 figli lui non s'è perso d'animo, si è seduto sulla macchina da cucire e con ago e filo ha cominciato a fabbricare orsacchiotti di peluche. Da solo.
800 orsacchiotti in tre anni. 800. E oggi, che Campbell di anni ne ha 12, il suo inusuale hobby ("di solito i miei figli amano giocare ai videogiochi", ha detto la madre in un'intervista a ABC) l'ha portato a spedire i suoi orsacchiotti in giro per il mondo: Pakistan, Cina, Parigi e ormai quasi tutti gli ospedali delle più importanti capitali del mondo hanno ricevuto un sorriso a forma di orso e fatto di stoffa.
Dalle cinque ore servite per cucire il primo orso oggi Campbell ha "ottimizzato" i tempi fino ad arrivare a un orso in un'ora. E non ha nessuna intenzione di fermarsi. "Se potesse starebbe 24 ore su 24 seduto alla macchina da cucire", dice la madre e ricorda ancora a quella frase che disse al figlio durante una delle loro prime visite in ospedale: "guarda la tristezza di questi bambini e cerca di rovesciarla". E Campbell l'ha presa terribilmente sul serio.