Il ministro Cancellieri sugli scontri: “La polizia? Non ha sbagliato niente”
Piena solidarietà a tutta l'arma della Polizia e a quegli agenti rimasti feriti nel corso dei cortei di ieri in tutta Italia che, in alcuni casi, sono degenerati in scontri. Con la consapevolezza che i militari hanno «operato in condizioni difficili e complesse». Lo ha detto il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, a margine di un convegno su “Legalità e credito” organizzato dall'Associazione nazionale missionari di polizia, a Roma. La stessa Roma, ieri teatro della guerriglia urbana polizia-manifestanti, culminata nell'arresto di 8 persone, 50 fermi, oltre 100 identificazioni e decine di feriti tra funzionari e agenti. Tutti in modo non grave nella capitale, rispetto a Torino, dove tre poliziotti sono stati aggrediti dagli autonomi, uno di loro è stato ferito gravemente dopo essere stato accerchiato davanti alla sede della Provincia da una ventina di giovani, armati di bastoni e mazze da baseball. Situazione non facile anche a Milano e Padova.
La Cancellieri ha espresso solidarietà nei loro confronti. «Certamente non era facile. Ieri tutta l'Italia bolliva – ha detto – e da nord a sud vi sono state manifestazioni e cortei che non hanno seguito i percorsi stabiliti andando altrove». Il Ministro replica così alle critiche sugli incidenti e le accuse in merito all'eccessivo uso della forza da parte delle forze dell’ordine: «E’ facile dire le cose dopo ma dobbiamo pensare che gli uomini delle forze dell’ordine hanno operato in condizioni difficili e complesse. Il mio apprezzamento non era facile perché se guardiamo il panorama nazionale era molto, molto pesante». E non manca di lanciare una frecciata ai giornali, colpevoli, a suo dire, di aver mostrato esclusivamente foto e video in cui i poliziotti interpretano il ruolo dei "cattivi": «Le foto facciamole vedere tutte. Una foto è spesso l'effetto finale di qualcosa che magari si è svolto prima. Io porterei anche le foto del poliziotto cui hanno spaccato il casco in testa: foto per foto, parliamone».