Il comune di Corleone vieta la commemorazione di Placido Rizzotto alla CGIL
Chissà cosa avrà pensato lui, Placido Rizzotto, guardando Corleone spaccata in due mentre si sforzava di commemorarlo senza sporcarlo con la polemica. In piazza a Corleone quest'anno il comune ha deciso di fare da solo: il sindaco Lea Savona ha deciso di essere l'unica protagonista nella "sua" piazza Garibaldi e la CGIL ha dovuto ripiegare con una manifestazione in tono minore presso il cimitero. Commemorano un sindacalista senza sindacati, insomma: e così a Corleone la tragica opera buffa è servita.
La colpa della CGIL sarebbe quella di avere chiesto al sindaco di fare chiarezza sugli ultimi eventi che hanno visto la città scossa per l'ennesima volta da un'ondata di arresti. A Corleone si è insediata la commissione prefettizia che sta valutando eventuali infiltrazioni mafiose dopo che l'operazione antimafia del 2014 aveva individuato nel dipendente comunale Antonio Di Marco (ufficialmente custode del campo sportivo, usato tra l'altro per summit di mafia) il nuovo capomandamento di Corleone per Cosa Nostra.
«Qui dove si sono incrociate le storie di Placido Rizzotto, di Pio La Torre e del generale Dalla Chiesa, non ci possono essere zone d'ombra, non ci possono essere lati oscuri» ha detto davanti alla tomba di Rizzotto Mario Ridulfo, segretario FILLEA-CGIL di Palermo e viene difficile dargli torto. «Corleone – ha detto Ridulfo – e' ancora crocevia di forze che si contrappongono e respingono, mafia e antimafia, progresso e sottosviluppo, diritti e sfruttamento, occupazione e disoccupazione, buona politca e malapolitica. La lotta e l'impegno tra chi vuole uno sviluppo libero dalla mafia e dalla cattiva politica e chi vuole tenere questa terra in condizioni di sottosviluppo ancora continua».
Lei, il sindaco Lea Savona, ha continuato imperterrita per la sua strada ritenendo che le richieste di chiarezza siano un'offesa personale e politica. «Avrò peccato di leggerezza, inesperienza, di qualche sbavatura, ma non posso essere considerata vicina ad ambienti mafiosi.» aveva dichiarato durante la sua audizione in Commissione Antimafia Regionale il 20 gennaio di quest'anno dopo essere stata ascoltata per oltre due ore dai consiglieri regionali siciliani presieduti da Nello Musumeci. E così, di colpo, sembra essere tornati ai tempi bui in cui alla viva curiosità antimafia si rispondeva con la scure del silenzio imposto.
«Noi, per antica abitudine – dichiara il segretario della Cgil Palermo Enzo Campo- abbiamo inoltrato la richiesta della piazza al sindaco per organizzare la commemorazione di un nostro sindacalista ucciso, ai cui funerali di Stato ha presenziato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, come grande atto di riconoscimento per tutti i sindacalisti uccisi dalla mafia. Il sindaco, senza discutere né con noi, né con i dirigenti locali del sindacato né con i familiari di Rizzotto, quest’anno ha ritenuto invece di non darci la piazza. E’ la prima volta che accade: è una nostra precisa scelta, quella di rivolgerci alle amministrazioni, ai sindaci in particolare».
Così quest'anno Placido Rizzato è stato ricordato spaccato in due, rinnegando quella convergenza d'interesse per la legalità tra politica e lavoratori per cui aveva lottato e per cui è morto. In piazza il sindaco che si è autoassolto e al cimitero il nipote Rizzotto insieme ai sindacati. In mezzo, sicuro, intanto, la mafia ringrazia.