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Il capo di stato maggiore della Marina: “Flotta a rischio estinzione, servono 10 miliardi”

L’ammiraglio Giuseppe De Giorgi ha lanciato l’allarme durante l’audizione davanti alle commissioni Difesa di Camera e Senato. “Perderemo la capacità marittima italiana entro il 2015 se non garantiremo l’entrata in funzione di 4-5 navi all’anno” ha spiegato l’ammiraglio .
A cura di Antonio Palma
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L'Italia rischia di perdere completamente entro pochi anni la sua marina militare, è l'allarme lanciato oggi direttamente dal capo di stato maggiore della marina, l'ammiraglio  Giuseppe De Giorgi, durante la sua audizione davanti alle commissioni Difesa di Camera e Senato. La Marina militare italiana sta vivendo "uno dei periodi più difficili della storia post bellica" ha spiegato il militare annunciando che se si prosegue di questo passo "perderemo la capacità marittima italiana entro il 2015 assistendo all'estinzione della Marina militare come forza combattente". "Tutti i settori risentono infatti di anni di sottofinanziamento, a partire dal personale ed includendo le infrastrutture e gli arsenali, ma il problema di fondo, ormai ineludibile, è la graduale scomparsa della flotta" ha argomentato l'ammiraglio davanti ai parlamentari chiedendo di intervenire al più presto. Nel corso dell'audizione De Giorgi infatti ha sciorinato cifre molto dettagliate per dimostrare che tra qualche anno non ci saranno mezzi sufficienti per poter operare come forze militare.

"Nell'ultimo decennio sono entrate in linea solo 10 navi, a fronte della radiazione di 20. Entro il 2025, si prevede la dismissione di altre 51 unità, 47 navi e quattro sommergibili, con il rischio concreto della pressoché completa estinzione della Flotta come forza combattente" ha insistito il capo di stato maggiore chiedendo "un provvedimento legislativo pluriennale ad hoc". A titolo di esempio l'ammiraglio ha parlato di un progetto di finanziamento da 10 miliardi di euro in dieci anni perché con "4-5 navi all'anno sarebbe possibile far sopravvivere la capacità marittima nazionale". Il progetto secondo De Giorgi "darebbe all'industria italiana la possibilità di assumere 25000 lavoratori" anche perché oggi "la cantieristica nazionale militare è operante a solo il 50% della sua capacità produttiva e rischia di perdere irreversibilmente la sua competitività e le conoscenze pregiate di cui ancora dispone". Del resto ha concluso l'ammiraglio di quei dieci miliardi molti ritornerebbero nelle casse dello stato tra tasse,  contributi, e risparmio per la cassa integrazione degli operai navali.

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