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I gatti più famosi della storia dell’arte

Le Chat Noir, il gattino di un mosaico pompeiano, i gatti teneri degli Impressionisti o quelli naif di Andy Warhol: dall’antico al contemporaneo, il gatto è stato protagonista di grandi opere. Scopriamo insieme alcuni dei gatti più belli e famosi dell’arte.
A cura di Gabriella Valente
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Mentre ormai i gattini sono protagonisti indiscussi del web, tra le cose più cercate e viste in internet, ci siamo chiesti quale importanza il dolce e graffiante animaletto abbia avuto nella storia dell’arte: ebbene si scoprirà che, come oggi i gattini vengono fotografati e filmati continuamente, anche in passato artigiani e artisti li immortalavano nelle loro opere.

I gatti sono apparsi nella storia dell’arte sin dall’antichità. La simbologia associata al felino ed i suoi significati positivi o negativi, le superstizioni e i misteri legati a lui sono cambiati nel corso dei secoli, ma la rappresentazione dell’animale non è mai mancata, forse perché in fondo, oggi come ieri, i gattini piacciono tanto e piacciono a tutti. Scopriamo ora, con una selezione di 10 opere dall’antico al contemporaneo, alcuni dei gatti più belli e famosi della storia dell’arte.

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Gatto dell’Antico Egitto

Animale sacro nell’antica civiltà egizia, il gatto veniva venerato e rappresentato, bellissimo e regale, in numerosi manufatti ed opere d’arte. Sono tante le antiche statuette feline provenienti dall’Antico Egitto: alcune di queste erano oggetti votivi, altre delle vere e proprie urne per piccole mummie di gatti. Quella in foto è una statuetta bronzea databile al periodo 722-332 a.C, conservata oggi al Museo Egizio di Torino.

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Gatto della Casa del Fauno

Su un pannello musivo rinvenuto della casa del Fauno di Pompei, risalente al II secolo a.C., oggi al Museo Archeologico di Napoli, un piccolo gatto, in una forma antica di natura morta, azzanna un volatile per divorarlo. Piccolo e agile, il felino di epoca romana sta in realtà rubando dalla dispensa la cacciagione, ma è qui rappresentato con occhi dolci e con tenerezza che suggeriscono l’amore e l’indulgenza per il gatto, ormai già animale domestico.

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Trittico del Giardino delle Delizie – Hieronymus Bosch

Un po’ grottesco e buffo, il gatto del pittore fiammingo Bosch ha appena catturato un rettile e lo porta via stringendolo tra i denti. Il felino boschiano abita il Paradiso Terrestre: l’artista lo rappresenta infatti nell’Eden del Trittico del Giardino delle Delizie (1480-1490), al Museo Prado di Madrid, proprio vicino alle figure di Adamo, Dio ed Eva, a rappresentare probabilmente la tentazione, in quanto nel Medioevo il gatto era associato a figure diaboliche.

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Annunciazione – Lorenzo Lotto

Il gatto con la schiena inarcata nel dipinto di Lorenzo Lotto del 1534, oggi conservato a Recanati, evoca un essere diabolico e negativo: infatti il felino, al gesto di Annunciazione dell’arcangelo Gabriele, fugge a nascondersi, il che simboleggia la sconfitta del male. Al contempo è innegabile che qui il gatto funga anche da elemento ironico e familiare all’interno della scena sacra.

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Natura morta con gatto e pesce –  Jean-Baptiste-Siméon Chardin

Il gatto dipinto da Chardin nel 1728 è un discreto e attento ladruncolo, che nella tipica atmosfera elegante del pittore francese sta per rubare un grosso trancio di pesce. Il felino qui torna ad essere inserito nella realtà di tutti i giorni: Chardin, maestro delle nature morte, ricercava la bellezza negli aspetti comuni e quotidiani; non è una caso che molti suoi dipinti rappresentino felini.

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Olympia – Eduard Manet

Nero con gli occhi gialli, provocatorio e inquietante è il gatto rappresentato ai piedi di Olympia, la prostituta dipinta da Manet nel 1863 sulla tela delle collezioni del Musée d’Orsay. Il quadro rappresenta un’eccezione in quanto il felino è visto di nuovo come attributo demoniaco, simbolo in questo caso dell’estrema libertà e della famelicità della donna.

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Bambina con gatto (Julie Manet) – Pierre Auguste Renoir

Nel 1887 Renoir dedica un ritratto alla nipote del collega pittore Manet. In questa tela del Musée d’Orsay il gatto è finalmente e totalmente riabilitato: già dal ‘600 infatti, con le dovute eccezioni, il gatto diventa tipico animale domestico da compagnia e nel 1800 le sue rappresentazioni pittoriche rendono pienamente quest’idea. Il micio di Julie Manet, che lei abbraccia disteso sul suo grembo, è buffo, tenerissimo, dal pelo morbido e dal carattere dolce: quasi sorride e fa le fusa, avrebbe avuto un successo strepitoso sui social network!

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Chat noire – Théophile-Alexandre Steinlen

Non può mancare, nella lista dei gatti più famosi della storia dell’arte, il celeberrimo Chat Noir, la più inflazionata immagine artistica dedicata al felino. È bizzarro scoprire che l’autore di questa immagine Théophile-Alexandre Steinlen era uno sfegatato gattofilo e per questo aveva realizzato la litografia (1896) che pubblicizzava il cabaret parigino del Gatto Nero e la sua tournée, creando quella che è diventata un’icona per gli amanti dei gatti e per gli amanti di Parigi.

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The King of Cats – Balthus

Tra gli artisti notoriamente appassionati di felini, ai primi posti va di certo Balthus, che in numerosissimi suoi quadri ha rappresentato gatti, sempre protagonisti o co-protagonisti delle sue scene domestiche dall’atmosfera sospesa. Emblema di questa passione è probabilmente il suo autoritratto con gatto, intitolato The King of Cats (1935),  dove l’artista rappresenta se stesso a figura intera ed un gattone ai suoi piedi in cerca di coccole.

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Il gatto Sam – Andy Warhol

Infine non si può dimenticare Warhol che nella sua casa di New York aveva ben 25 gatti, tutti di nome Sam. Tanti sono i disegni che l’artista ha dedicato ai suoi felini, rappresentati con colori vivaci e accesi ed in stile un po’ naif. Così tanto amava questo animale da inserirlo anche in contesti insoliti, ad animare in modo buffo e dolce alcune iconografie tradizionali, come per esempio quella della Natività.

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