I figli naturali finalmente sono uguali a quelli legittimi
Sembra strano affermarlo ma, nonostante i tanti cambiamenti al codice civile, per quanto riguarda i figli nati fuori dal matrimonio, nell’Italia del 2011 i figli naturali, cioè nati da persone non sposate, non sono del tutto equiparati per legge a quelli nati nel matrimonio, definiti legittimi.
Solo ieri c’è stato il via libera della Camera, con voto bipartisan 476 sì su 477 presenti al voto, ad una proposta di legge che stabilisce stessi diritti per i figli legittimi e per quelli naturali. La legge, che dovrà passare ora al Senato, vuole rimuove finalmente le ultime differenze tra bambini nati da coppie sposate e quelli nati fuori dal matrimonio, eliminando ogni discriminazione. D’ora in poi, quindi, ci saranno solo figli, senza alcun aggettivo, tutti uguali davanti alla legge, la nuova norma, infatti, stabilisce che nel codice civile le parole "figli legittimi" e "figli naturali" siano sostituite da "figli".
L’importanza di questa legge sta soprattutto nel fatto che dal suo riconoscimento il bambino viene inserito pienamente nella famiglia di origine. I bimbi nati fuori dal matrimonio, ad oggi, non hanno una famiglia, l'articolo 74 del codice civile stabilisce praticamente che esiste solo un rapporto tra il figlio naturale e il genitore che lo ha riconosciuto, ma nessun rapporto con nonni, zii o cugini. Le modifiche stabiliscono che tutti i figli hanno lo stesso stato giuridico, che il figlio ha diritto di crescere in famiglia e di mantenere rapporti significativi con i parenti.
I nipoti di serie B, per gli stessi motivi, ad oggi, non solo sono esclusi dall’asse ereditario dei parenti, ma cosa più inquietante, rischiano di finire in istituto, in caso di morte dei genitori, perché i nonni e gli zii non sono considerati parenti per legge e, quindi, possono non averli in affido. Anche questo sarà superato con la nuova legge, tutti i figli saranno inclusi nell’eredità dei parenti e saranno adottabili dagli stessi, nel caso in cui i genitori vengano a mancare.
La nuova norma prevede, inoltre, che se la madre riconosce il figlio per prima, il suo cognome resterà anche con il successivo riconoscimento del padre. Su questo punto l’onorevole Alessandra Mussolini, relatrice alla Camera, afferma “E’ un segno di forte cambiamento culturale, un primo passo verso il doppio cognome”. Contentissima anche Rosy Bindi che già nel 2007 propose queste modifiche al codice civile “per colmare il ritardo epocale della società italiana”. Una legge che accontenta tanti, dai cattolici, agli avvocati matrimonialisti, alle associazioni gay, ma soprattutto i figli.