Grecia, il ministro delle finanze: “Non riconosciamo troika e memorandum”
Il governo Tsipras sembra intenzionato a fare sul serio e archiviare le misure economiche adottate da centrodestra e centrosinistra negli ultimi anni. Dopo aver annunciato i provvedimenti più urgenti – come lo stop alle privatizzazioni e l'aumento dei salari minimi – oggi il ministro delle finanze ellenico Yanis Varoufakis ha incontrato in un vertice bilaterale il presidente dell'Europgruppo e ministro delle finanze olandese Jeroen Dijsselbloem. In un clima definito "cordiale" il ministro greco ha ribadito la linea più volte espressa in campagna elettorale da Syriza: quella di rinegoziare il debito per dare impulso all'economia del paese, soffocata dall'austerity.
"Il governo greco – ha dichiarato Yanis Varoufakis – non intende collaborare con la troika (UE, Fmi, Bce). Rifiutiamo il programma di aiuti da 240 miliardi di euro". Jeroen Dijsselbloem ha replicato: "Far parte dell'Eurozona significa rispettare gli accordi sottoscritti dai governi precedenti". Un aut-aut che segue quello del presidente della Commissione Europea Junker, che aveva invitato Tsipras a "rispettare gli altri paesi". Il ministro delle finanze greco ha tuttavia ribadito che l'unico interesse dell'esecutivo è quello di tutelare il popolo greco, e solo successivamente i partner europei.
Yanis Varoufakis, ministro delle finanze greco, in campagne elettorale aveva paragonato le misure imposte dalla troika a waterboarding fiscale, promettendo, in caso di vittoria, politiche di maggiore espansione e un programma sociale di emergenza. Per quanto riguarda il pagamento del debito pubblico, invece, se ne riparlerebbe solo una volta che il paese sarà riuscito a crescere. Il Guardian lo ha definito un "Keynes con un pizzico di Marx”.