Per l’UE i cani europei devono abbaiare nella stessa lingua
Così la commissione europea, il prossimo mercoledì, si occuperà di affrontare un tema scottante e di primaria importanza. Il tema è il seguente, la direttiva si intitola: armonizzazione dei suoni nei fumetti. Detto in termini pratici, avete presente quelle sigle onomatopeiche che nelle didascalie dei fumetti riproducono i suoni degli animali? La commissione starebbe tentanto di armonizzarli, in qualche modo uniformarli, sulla base di un esigenza di mercato. A quanto pare quello della bande dessinée (termine francofono che indica proprio il fumetto, di cui si sa il Belgio sia la patria, anche se Bruxelles vanta un museo che non può dirsi esattamente avveniristico), è un mercato che non ha risentito la crisi finanziaria che sta caratterizzando questo momento storico. E' quanto dice Michel Barnier, commissario al mercato interno, che aggiunge anche:
C'è bisogno dunque di farire lo sviluppo di questa economia culturale e sopprimere tutti gli ostacoli al mercato interno. Un cane deve fare "ouah ouah" nelle 23 lingue ufficiali.
E' un argomento fortemente dibattuto, visto che è stato sottoposto ad una discussione popolare e che se ne parla sostanzialmente da due anni. Non è proprio sicuro che la discussione avverrà, visti i dubbi in senso alla commissione, in relazione al pericolo che atti come questo non siano altro che dei perfetti assist per l'euroscetticismo. Così come dimostra la protesta proveniente dal leader della sinistra francese Mélenchon, che afferma:
Se questi farabutti credono di poter attaccare indisturbati il patrimonio culturale francese si sbagliano. Comincio ad averne abbastanza di questi tecnocrati non eletti che non pensano in francese, ma in commercio internazionale.
Dovesse essere eseguita la direttiva preveda siano uniformate le rappresentazioni dei suoni di cane, gatto, maiale, agnello, gorilla, per poi estendersi ad altri. Ma proprio dall'interno della commissione, soggetti come il commissario alla cultura Androulla Vassiliou, oppure la vicepresidente Reding, si oppongono fortemente ad una direttiva di questo tipo, la quale non farebbe altro che penalizzare il multilinguismo europeo, il quale resta uno dei baluardi dell'unione stessa: comunità come riconoscimento delle differenze. Dovrebbe essere questo il significato di quell'invocata "armonizzazione". Eppure pare che in commissione i pareri siano discordanti.