Stefano Fassina è impegnato nella campagna elettorale per le prossime amministrative di Roma. L'ex viceministro fuoriuscito del PD, che ha dato vita al nuovo soggetto politico Sinistra Italiana, è "in mezzo alla gente" per discutere di programmi e soluzioni ormai da mesi e rivendica con fierezza il fatto di essere al di fuori delle logiche para-televisive delle candidature romane. L'abbiamo incrociato proprio durante una pausa tra un incontro e l'altro perché fu proprio Fassina uno dei primi a contestare la nomina della Guidi al Ministero dello Sviluppo Economico per "un conflitto di interessi che appariva subito evidente". Non fu ascoltato.
Fassina, quindi alla fine forse ci aveva visto giusto quando ha provato a richiamare l'attenzione di Renzi sulla Guidi?
I conflitti di interesse non si rilevano solo quando sono manifesti ma anche quando sono potenziali. L'incompatibilità della Guidi era oggettivamente evidente e Renzi avrebbe fatto bene a tenerne conto. La composizione di un governo è molto delicata e per di più il Ministero allo Sviluppo Economico è un ruolo fondamentale per competenze e per portafoglio. Non stiamo parlando di qualche ministero minore. E la Guidi non avrebbe dovuto essere messa lì se non altro per il semplice fatto che fu Presidente dei Giovani Imprenditori. Sarebbe bastato già questo.
Ma pensa che la vicenda riguardi solo la Guidi o è possibile vederci una più larga responsabilità del Governo?
Assolutamente. Il PD di Renzi è evidentemente un partito che ha assunto la rappresentanza degli interessi più forti del Paese come proprio asse strategico. Esistono alcuni casi singoli ma credo che sia bene ricordare che le indicazioni preoccupanti non sono mancate: nel gennaio del 2015 questo governo è intervenuto per decreto sulla trasformazione delle prime dieci banche popolari con addirittura dei movimenti speculativi durante la settimana precedente a Londra, questo è il governo che ha combinato quel brutto pasticcio delle quattro banche commissariate; ed è di poco fa anche la tentata nomina del fedele Carrai in un ruolo di intelligence (e solo l'opinione pubblica e una parte del parlamento è riuscito a sventare il piano di Renzi) e non ultimo il vergognoso sabotaggio al referendum sulle trivelle. Mi sembra chiaro quali siano i veri interessi del PD, a discapito di temi come il lavoro o la giustizia.
Il Governo dice comunque che la Boschi non abbia nulla a vedere con questa faccenda. Che ne pensa?
È una cosa che voglio capire e valutare con attenzione. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento per funzione autorizza tutti gli emendamenti proposti dal Governo e per esperienza diretta so che quando ne arrivano centinaia diventa veramente difficile coglierne il contenuto di tutti. Ma qui parliamo di un emendamento chiarissimo, con un obiettivo riconoscibilissimo. E per questo noi come SI non ci accontentiamo delle risposte avute ma vogliamo che il Governo venga a riferire in Aula e ci dia tutti gli elementi che servono per formare una valutazione compiuta.
Veniamo a Roma: Marino ha fatto rumore dicendo che per ora nessun candidato alle prossime amministrative è all'altezza della sfida. È deluso dal mancato appoggio?
La vocazione unitaria che ha caratterizzato la mia candidatura e il nostro progetto continua ad esserci. Noi cerchiamo di rivolgere tutte le energie per una reale discontinuità nel governo di Roma rispetto al passato. Continuo a dialogare anche con Marino, cercando di rafforzare la nostra intesa. Ovviamente.
Però Marino ha parlato di un candidato "civico"…
Faccio sommessamente notare che io mi candido a Roma con un'anzianità politica nettamente minore rispetto a quella che aveva Marino da candidato sindaco.
Sempre Marino ha anche detto che a Roma c'è una campagna elettorale con assoluta assenza di programmi…
E si sbaglia. Il nostro programma è a disposizione da tempo e continuiamo a lavorarci. Però è vero che in generale sembra proprio che gli altri candidati non ne vogliano parlare. Voglio fare una precisazione: quando il PD mi chiese di partecipare alle loro primarie io inviai una lettera con dieci punti programmatici imprescindibili e non ho mai ottenuto risposta. L'indicazione più chiara dell'impreparazione programmatica è che nessuno sta parlando del principale problema di Roma: il debito capitolino. Ecco, noi su questo punto abbiamo già presentato una chiara azione di ristrutturazione.
E della candidata del M5S Virginia Raggi?
Fa solo propaganda quando attribuisce le colpe su Roma indistintamente a tutti. La mia storia personale dice chiaramente che io ho preso le distanze dal PD uscendone e per di più dimettendomi da vice ministro. Noi aspettiamo con curiosità il programma del M5S: vedo la Raggi che si dimena con i "ma anche", con un cerchiobottismo degno delle migliori tradizioni democristiane della Prima Repubblica. Anche Forlani in confronto sembra un dilettante.
È possibile che ora sulla sua candidatura possa convergere tutta la sinistra?
Mi pare che ci sia la possibilità di restare insieme. Io ci ho lavorato fin dall'inizio. Ma voglio fare notare che al di là delle sigle di partito ci sono anche tanti uomini e donne che non si collocano nelle caselle predefinite: comitati, associazioni e semplici cittadini che non sono riferibili a nessun contenitore politico e hanno deciso di restare con noi. Io mi sono concentrato più su di loro che sugli equilibri tra partiti.